di Nico Carlucci
Ieri a Milano, all'Arena Civica, c'è stato il concerto dei Sigur Ros.
Il gruppo islandese, con la sua musica, ha ri-creato un' atmosfera onirica e sognante, di aurore sublimi e di poesia.
Jonsi, il solista della band, ha una voce alta e bellissima, da incantatore degli umani.
La batteria pulsava tempesta nella notte liquida milanese che rispettava il sogno dei presenti, venuti da mondi lontani, per ascoltare l' incanto e chi aveva in testa la corona del Re della fiaba.
Insieme ai Sigur Ros si sono uniti i violini di fanciulle eteree i cui capelli al vento hanno fatto rivivere le saghe nordiche dell'Islanda. A queste si sono fusi uomini in bianco con bombette bianche che suonavano le trombe nella vertigine dell'anima buia e misteriosa.
I Sigur Ros hanno proposto musiche "emotive", liriche in un "festival" di note boreali.
La pioggia cessava su Milano e dava spazio, così, al loro concerto, alla magia silente della neve e delle sfere illuminate degli uragani della scenografia del palco.
Ieri a Milano, all'Arena Civica, c'è stato il concerto dei Sigur Ros.
Il gruppo islandese, con la sua musica, ha ri-creato un' atmosfera onirica e sognante, di aurore sublimi e di poesia.
Jonsi, il solista della band, ha una voce alta e bellissima, da incantatore degli umani.
La batteria pulsava tempesta nella notte liquida milanese che rispettava il sogno dei presenti, venuti da mondi lontani, per ascoltare l' incanto e chi aveva in testa la corona del Re della fiaba.
Insieme ai Sigur Ros si sono uniti i violini di fanciulle eteree i cui capelli al vento hanno fatto rivivere le saghe nordiche dell'Islanda. A queste si sono fusi uomini in bianco con bombette bianche che suonavano le trombe nella vertigine dell'anima buia e misteriosa.
I Sigur Ros hanno proposto musiche "emotive", liriche in un "festival" di note boreali.
La pioggia cessava su Milano e dava spazio, così, al loro concerto, alla magia silente della neve e delle sfere illuminate degli uragani della scenografia del palco.
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