di Nico Carlucci Nel suo ultimo lavoro Marc Augé rilegge un suo saggio pubblicato qualche anno fa dedicato al metrò e alla "surmodernità"( Il metrò rivisitato , Raffaele Cortina editore, 2009). Del resto, uno scienziato ripensa sempre a quanto scritto in precedenza alla luce di nuove domande. L'antropologo francese, in qualche modo, reinterpreta la categoria del "non luogo" che lo ha reso famoso. Fallimento della scienza? No, questa è in un interscambio continuo con la cultura e con l'esperienza che l'individuo apporta nel momento del suo studio "solitario". Il metrò affascina perchè si è nelle viscere della Terra. Durante le buie notte dell'inverno mattutino arrivano su di esso poche donne e molti uomini. E il motivo è chiaro! Beh, sicuramente i suoi treni sono un viaggio nel "globale": stazioni che si susseguono, corse e cambi, femmine e maschi che salgono e scendono. Puoi vedere la moda con i suoi umori, i ritmi e i colori del