di Nico Carlucci
Martedì 4 agosto 2009, in piena estate. E’ il giorno del compleanno di Obama e quello in cui alcuni giornali pubblicano la foto del letto in cui ha dormito Michael Jackson prima di morire. Nella foto è presente anche la traccia lasciata sul cuscino dalla testa dell'artista.
Si, Michael Jackson la star del pop mondiale che negli anni Ottanta diventa stella di un firmamento musicale a cui oggi si inchinano chi non aveva creduto nel genere di una musica troppo “leggera”, e per di più, come in questo caso, “nera”.
L’immagine della “camera dell’agonia” che qui vediamo è stata scattata la mattina del 25 giugno, l’ultimo giorno di vita del cantante. Sul letto vi sono i segni di un uomo che si sentiva “bambino”: un pannolone per incontinenti, una bambola che normalmente “sedeva” sulla coperta, la scatola del dentifricio, le perline di preghiera simili ad un rosario, un laccio emostatico. Mentre accanto al letto vi sono ciò di cui l'artista si serviva per la sua “pulizia” compulsiva : guanti in gomma, batuffoli di cotone sterilizzati, nastro di cerotto. Bambino e “pulizia “ compulsiva abbiamo detto; già potremmo evidenziare ruoli di regressione infantile e stati fobici vissuti dal Michael. Ma non lo faremo. Il mio obiettivo è un altro.
Sono stato impressionato dalla comparsa , attraverso la suddetta foto, di alcune categorie del sacro che tornano a parlare della “potenza”. Si, la potenza messa in luce dallo storico delle religioni Gerardus van der Leeuw che dedica pagini mirabili della sua opera all’argomento.
La burrasca ruggisce, il lampo palpita spasmodicamente, il mare si gonfia e il mondo si carica, così, di potenza tramite oggetti, cose, corone appartenuti a chi muore nel mito. Come non riconoscere nei “segni” che ha lasciato il cantante le reliquie potenti del Sacro studiate dai fenomenologi?
L'immagine del letto di Michael, ripresa dall'obbietivo, “ferma” il momento del sacrificio della vittima, L’ombra della testa di Jacko sul cuscino è simbolo eloquente di quanto stiamo dicendo. In proposito, ritorna, con toni diversi, alla memoria la "Sacra Sindone", Cristo che imprime sul lenzuolo, nella morte, i lineamenti del Figlio di Dio.
Anche alla “piccola” Teresa di Lisieux furono scattate le foto estreme nell’ora fatale del trapasso, proprio sul suo letto di agonia "senza consolazione". Esso divenne il luogo, simbolico e concreto, della rappresentazione e della registrazione delle “ultime” parole potenti della Santa (fu la sorella Paolina che le raccolse nel diario dal titolo Novissima Verba).
Il morto è potente, la figura di morto-vivo di Jacko ha una corporeità carica di potenza miracolosa che contagia gli oggetti che gli sono appartenuti diventando, appunto, reliquie salvifiche , o come si dirà fra non molto, “memorabilia”. Esse si imporranno ai fan e a chi continuerà a cercarle in una “Neverland” (nome del parco creato dal cantante ), in una “Terra del mai”, che non esiste se non nell’indeterminatezza del sogno.
Nel Medioevo i morti afferravano i vivi per trascinarli in danze orrende o a lamentevoli nozze.
Di Michael, svetteranno, invece, le sue canzoni nelle classiche internazionali, verranno “fabbricati” video-film “inediti” in cui appariranno i suoi passi ballerini.
Qualcuno in futuro si chiederà se l'artista sia morto veramente come è già successo riguardo altri divi americani perché, si sa, i personaggi del mito non muoiono. Ciò avverrà in quanto nessuno conosce, tutt’oggi, dove sia stata portata la salma del cantante dopo il rito funebre. Ma un corpo che non si trova non è morto, appartiene agli dèi in quanto risparmiato dalla corruzione del “sepolcro”. Vedremo!
Martedì 4 agosto 2009, in piena estate. E’ il giorno del compleanno di Obama e quello in cui alcuni giornali pubblicano la foto del letto in cui ha dormito Michael Jackson prima di morire. Nella foto è presente anche la traccia lasciata sul cuscino dalla testa dell'artista.
Si, Michael Jackson la star del pop mondiale che negli anni Ottanta diventa stella di un firmamento musicale a cui oggi si inchinano chi non aveva creduto nel genere di una musica troppo “leggera”, e per di più, come in questo caso, “nera”.
L’immagine della “camera dell’agonia” che qui vediamo è stata scattata la mattina del 25 giugno, l’ultimo giorno di vita del cantante. Sul letto vi sono i segni di un uomo che si sentiva “bambino”: un pannolone per incontinenti, una bambola che normalmente “sedeva” sulla coperta, la scatola del dentifricio, le perline di preghiera simili ad un rosario, un laccio emostatico. Mentre accanto al letto vi sono ciò di cui l'artista si serviva per la sua “pulizia” compulsiva : guanti in gomma, batuffoli di cotone sterilizzati, nastro di cerotto. Bambino e “pulizia “ compulsiva abbiamo detto; già potremmo evidenziare ruoli di regressione infantile e stati fobici vissuti dal Michael. Ma non lo faremo. Il mio obiettivo è un altro.
Sono stato impressionato dalla comparsa , attraverso la suddetta foto, di alcune categorie del sacro che tornano a parlare della “potenza”. Si, la potenza messa in luce dallo storico delle religioni Gerardus van der Leeuw che dedica pagini mirabili della sua opera all’argomento.
La burrasca ruggisce, il lampo palpita spasmodicamente, il mare si gonfia e il mondo si carica, così, di potenza tramite oggetti, cose, corone appartenuti a chi muore nel mito. Come non riconoscere nei “segni” che ha lasciato il cantante le reliquie potenti del Sacro studiate dai fenomenologi?
L'immagine del letto di Michael, ripresa dall'obbietivo, “ferma” il momento del sacrificio della vittima, L’ombra della testa di Jacko sul cuscino è simbolo eloquente di quanto stiamo dicendo. In proposito, ritorna, con toni diversi, alla memoria la "Sacra Sindone", Cristo che imprime sul lenzuolo, nella morte, i lineamenti del Figlio di Dio.
Anche alla “piccola” Teresa di Lisieux furono scattate le foto estreme nell’ora fatale del trapasso, proprio sul suo letto di agonia "senza consolazione". Esso divenne il luogo, simbolico e concreto, della rappresentazione e della registrazione delle “ultime” parole potenti della Santa (fu la sorella Paolina che le raccolse nel diario dal titolo Novissima Verba).
Il morto è potente, la figura di morto-vivo di Jacko ha una corporeità carica di potenza miracolosa che contagia gli oggetti che gli sono appartenuti diventando, appunto, reliquie salvifiche , o come si dirà fra non molto, “memorabilia”. Esse si imporranno ai fan e a chi continuerà a cercarle in una “Neverland” (nome del parco creato dal cantante ), in una “Terra del mai”, che non esiste se non nell’indeterminatezza del sogno.
Nel Medioevo i morti afferravano i vivi per trascinarli in danze orrende o a lamentevoli nozze.
Di Michael, svetteranno, invece, le sue canzoni nelle classiche internazionali, verranno “fabbricati” video-film “inediti” in cui appariranno i suoi passi ballerini.
Qualcuno in futuro si chiederà se l'artista sia morto veramente come è già successo riguardo altri divi americani perché, si sa, i personaggi del mito non muoiono. Ciò avverrà in quanto nessuno conosce, tutt’oggi, dove sia stata portata la salma del cantante dopo il rito funebre. Ma un corpo che non si trova non è morto, appartiene agli dèi in quanto risparmiato dalla corruzione del “sepolcro”. Vedremo!
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