di Nico Carlucci
Si, l’Antropologia deve esistere, non può morire. E io mi impegnerò in questo! Forse, lo so, parto già sconfitto. Ma non importa.
Ho creato il blog che tu leggi perché gli spazi che le istituzioni danno alla cultura sono nulli.
Leggiamo sui giornali che il governo italiano è tra quelli che investono meno soldi per la ricerca. E ciò è grave.
Si fatica, inoltre, a trovare una collocazione di tipo accademico e scientifico all’ Università per via delle baronie.
Cattedre lontane dal provincialismo di una casta conservatrice, non vengono rimpiazzate una volta che sono andati via i loro creatori (Massimilano Parente: La casta dei radicalchic: il libro che farà tremare i salotti italiani, Roma, Newton Compton Editori, 2010).
I poteri non amano le scienze, ne sono lontani. Per scienze intendo, ovviamente, sia quelle “soft” che quelle “dure”.
Riguardo agli spazi riservati al libero pensiero, all’ Antropologia, questi sembrano chiudersi perché si vive in un modello a cui manca un orizzonte di speranza.
Oggi paghiamo a livello mondiale le falle create dalle banche per i motivi che conosciamo, ma non ci si accorge che le scienze sociali sono “povere” e che i poteri non illuminano loro la strada.
E allora questo blog è un tentativo estremo di dare voce all’Antropologia, appunto, consegnata al grande mare di internet.
Esso non ha soldi, non ha collaboratori. E’ un blog “Indie”. Sto usando apposta la metafora della musica “indipendet” che trova, tuttora, momenti importanti anche e soprattutto grazie al web.
E allora una Antropologia “Indie”: cerchiamola e leggiamola.
Si, l’Antropologia deve esistere, non può morire. E io mi impegnerò in questo! Forse, lo so, parto già sconfitto. Ma non importa.
Ho creato il blog che tu leggi perché gli spazi che le istituzioni danno alla cultura sono nulli.
Leggiamo sui giornali che il governo italiano è tra quelli che investono meno soldi per la ricerca. E ciò è grave.
Si fatica, inoltre, a trovare una collocazione di tipo accademico e scientifico all’ Università per via delle baronie.
Cattedre lontane dal provincialismo di una casta conservatrice, non vengono rimpiazzate una volta che sono andati via i loro creatori (Massimilano Parente: La casta dei radicalchic: il libro che farà tremare i salotti italiani, Roma, Newton Compton Editori, 2010).
I poteri non amano le scienze, ne sono lontani. Per scienze intendo, ovviamente, sia quelle “soft” che quelle “dure”.
Riguardo agli spazi riservati al libero pensiero, all’ Antropologia, questi sembrano chiudersi perché si vive in un modello a cui manca un orizzonte di speranza.
Oggi paghiamo a livello mondiale le falle create dalle banche per i motivi che conosciamo, ma non ci si accorge che le scienze sociali sono “povere” e che i poteri non illuminano loro la strada.
E allora questo blog è un tentativo estremo di dare voce all’Antropologia, appunto, consegnata al grande mare di internet.
Esso non ha soldi, non ha collaboratori. E’ un blog “Indie”. Sto usando apposta la metafora della musica “indipendet” che trova, tuttora, momenti importanti anche e soprattutto grazie al web.
E allora una Antropologia “Indie”: cerchiamola e leggiamola.
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