di Nico Carlucci
Filosofi, poeti, antropologi, scienziati hanno sempre cercato di capire da dove
vengono le religioni, perché sono nate. Le risposte sono state molteplici (Ida Magli, Il mulino d'Ofelia: uomini e dei, BUR, Milano, 2007).
Anche Nietzsche affronta il tema ne La gaia scienza usando termini che
sono quelli che ha usato per parlare di Bildung e Gestalt. Se per
Schopenhauer alla base delle religioni c’è il bisogno metafisico, per Nietzsche
ciò non è vero. Il pensiero religioso è per Friedrich un tardivo germoglio del bisogno metafisico. Il pensiero religioso, in
qualche modo, rappresenta un “altro mondo” dietro al quale, se annientato
, c’è il vuoto. E’ proprio da quest’ultimo sentimento che “rigermoglia”
un “altro mondo”, non più religioso, ma questa volta soltanto metafisico.
In passato proprio un errore di interpretazione di certi processi naturali
hanno fatto nascere le religioni.
Nietzsche poi passa con l’evidenziare il successo nel Nord della Riforma luterana; afferma che il Settentrione era rimasto, però, indietro rispetto al Mezzogiorno europeo. Non si sarebbe avuta nessuna cristianizzazione d’Europa se la civiltà del mondo antico nel Mezzogiorno europeo non fosse stata barbarizzata da una commistione esorbitante di sangue barbaro germanico. Confronto ancora tra culture? Sì, ma anche amicizie stellari che devono diventare il vero Sacro. C’è una curva orbitale e un’orbita siderale, dove l’uomo si incontra con l’altro uomo e si intende. Ci sono esigue strade tra questi amici stellari. Ma è’ tutto terreste! La Chiesa non possiede più il monopolio della meditazione. La vita contemplativa non è ad appannaggio di Roma che con i suoi papi parla un linguaggio patetico ed imbarazzante. Nel quinto libro de La gaia scienza Nietzsche è contro chi cerca certezze nella religione e cioè qualcosa di saldo, un punto di appoggio, di stabilità che, in realtà, creano offuscamento. La fede religiosa è laddove manca la volontà che è prima di tutto passione del comando: “ Quanto uno sa meno comandare, tanto più cocente è l’anelito che desidera qualcuno che comandi, duramente comandi, un dio, un principe, una classe, un medico, un confessore, un dogma, una coscienza di partito”. Nietzsche sente il bisogno di nuovi spazi che non esistono per un nuovo meditare, senza preti con le loro voci altisonanti. Nietzsche vuole costruzioni e giardini pubblici che esprimerebbero la sublimità del meditare e del solitario andare dell’uomo. I giardini, appunto! Tornano i giardini, con i loro fiori, con i loro arbusti, con le loro piante, con i loro profumi, i giardini che Nietzsche conosceva bene, che Goethe pure aveva conosciuto bene. Essi sono la Bildung e la Gestalt ancora, la vita e la forma, appunto.
Nietzsche poi passa con l’evidenziare il successo nel Nord della Riforma luterana; afferma che il Settentrione era rimasto, però, indietro rispetto al Mezzogiorno europeo. Non si sarebbe avuta nessuna cristianizzazione d’Europa se la civiltà del mondo antico nel Mezzogiorno europeo non fosse stata barbarizzata da una commistione esorbitante di sangue barbaro germanico. Confronto ancora tra culture? Sì, ma anche amicizie stellari che devono diventare il vero Sacro. C’è una curva orbitale e un’orbita siderale, dove l’uomo si incontra con l’altro uomo e si intende. Ci sono esigue strade tra questi amici stellari. Ma è’ tutto terreste! La Chiesa non possiede più il monopolio della meditazione. La vita contemplativa non è ad appannaggio di Roma che con i suoi papi parla un linguaggio patetico ed imbarazzante. Nel quinto libro de La gaia scienza Nietzsche è contro chi cerca certezze nella religione e cioè qualcosa di saldo, un punto di appoggio, di stabilità che, in realtà, creano offuscamento. La fede religiosa è laddove manca la volontà che è prima di tutto passione del comando: “ Quanto uno sa meno comandare, tanto più cocente è l’anelito che desidera qualcuno che comandi, duramente comandi, un dio, un principe, una classe, un medico, un confessore, un dogma, una coscienza di partito”. Nietzsche sente il bisogno di nuovi spazi che non esistono per un nuovo meditare, senza preti con le loro voci altisonanti. Nietzsche vuole costruzioni e giardini pubblici che esprimerebbero la sublimità del meditare e del solitario andare dell’uomo. I giardini, appunto! Tornano i giardini, con i loro fiori, con i loro arbusti, con le loro piante, con i loro profumi, i giardini che Nietzsche conosceva bene, che Goethe pure aveva conosciuto bene. Essi sono la Bildung e la Gestalt ancora, la vita e la forma, appunto.
Friedrich Nietzsche
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