di Nico Carlucci
Il presidente turco ha deciso che il prossimo 30 ottobre Ankara non tornerà all'ora solare. In questo modo Erdogan e tutta la Turchia con lui si allineano a Paesi come l'Iraq e l'Arabia saudita che fanno coincidere il proprio orario con quello della Mecca. Il governo
turco ha motivato tutto questo parlando di un calcolo economico, dei vantaggiosi
risparmi di energia elettrica. L'adozione dell'ora legale sposta il tramonto e di conseguenza, l'accensione delle luci di un'ora. In
realtà, con la lente dell'Antropologia possiamo dire che la decisione di Ankara di cambiare l'orario è
soltanto uno dei tanti gesti che nel corso degli ultimi anni stanno spingendo
sempre di più la Turchia di Erdogan verso l'Oriente
sunnita. In questo modo, il Paese viene
posizionato sul fuso + 3 rispetto al meridiano di Greenwich. Finora la Turchia aveva lo stesso fuso orario + 2 di Grecia,
Romania, Bulgaria ma anche di Libano e Siria, che continuano a seguire
il fuso dei Paesi europei centrorientali. Dal prossimo 30 ottobre,
invece, la Turchia seguirà lo stesso fuso di Paesi mediorientali vicini, come
l'Iraq e l'Arabia saudita.
Le ore, solari o legali danno agli uomini il tempo, inventano il tempo. Vengono, così, spostate le lancette dell'orologio che vanno messe in avanti o indietro inseguendo il cambio delle stagioni, del "movimento" del sole anche esso inventato dagli uomini che lavorano, pregano, sognano.
Siamo nel tempo, siamo il tempo. Clessidra, campane, orologi lo hanno segnato. L'uomo, di volta in volta, ad esso tempo si è sottomesso oppure lo ha dominato. L'ora legale e solare sono degli esempi straordinari e una prova della direzione di senso che i gruppi si danno facendo umanità.
di Nico Carlucci Kultur e gli anni di Basilea (1869-1879) Nietzsche a Basilea fu un diligente insegnate. I suoi scolari lo ricordano come chi era capace di convincere allo studio, anche i più pigri. Egli riflette molto sul problema dell’educazione, sulla funzione degli istituti di cultura. La guerra franco-prussiana interruppe per qualche settimana la sua attività di insegnante. Sono gli anni in cui Nietzsche si sentiva legato a Burckhardt, storico basilese. A lui lo legò il comune amore per Schopenhauer e una concezione importante della civiltà greca. A Burckhardt lo lega anche quello che Nietzsche chiama “il sentimento dell’autunno della civiltà”. [1] Civiltà, sì. Una tradizione andava scomparendo con tutte le sue istituzioni. Significativa è la lettera che scrisse all’amico Carl von Gersdorff il 21 giugno 1871: “Al di là del conflitto delle nazioni, ci ha terrorizzati, terrificante e improvviso, il sollevarsi dell’idra internazionale, foriero di ben altre batta
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