di Nico Carlucci
E aggiunge: «Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d'inchiesta per indagare se l'amministrazione Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori. Si avvicina la mia personale fine del mondo e la prima domanda che rivolgerò a San Pietro sarà proprio su questa vicenda».
Il monsignore ricorda la sua frequentazione con Benedetto XVI, il rapporto di «forte amicizia» con il papa emerito: «In questi ultimi quattro anni l'ho incontrato diverse volte. Negli ultimi incontri l'ho visto fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. È stato lui a chiedermi di guidare la diocesi di Ferrara. Mi sono sempre rivolto a lui nei momenti più importanti per discutere delle scelte da fare e non mi ha mai negato il suo parere, sempre in spirito di amicizia». Benedetto XVI ha liquidato come «assurdità» le tesi complottistiche di giornalisti e gruppi cattolici tradizionalisti: «Nessuno ha cercato di ricattarmi», ha messo per iscritto. Ma ora le dichiarazioni di un suo fedelissimo riaprono gli interrogativi.
Quante cose sfuggono agli storici, agli uomini comuni. Benedetto è un grande teologo, uno studioso che ha usato il tedesco, la sua lingua, in modo mirabile.
In questi giorni l'ex presidente del senato Pera ha, forse, molto da dire di Ratzinger, dell'amicizia e della storia...
Ci sono sospetti riguardo ad un presunto complotto internazionale che avrebbe indotto Joseph Ratzinger ad abbandonare la cattedra di San Pietro. Ora c'è un autorevole uomo di Chiesa, l'arcivescovo Luigi Negri, che fa propria l'idea del complotto americano. In una lunga intervista a un giornale online di Rimini, Negri parla di «motivi gravissimi» dietro la rinuncia di Benedetto XVI. «Sono certo dichiara - che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi».
Il monsignore ricorda la sua frequentazione con Benedetto XVI, il rapporto di «forte amicizia» con il papa emerito: «In questi ultimi quattro anni l'ho incontrato diverse volte. Negli ultimi incontri l'ho visto fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. È stato lui a chiedermi di guidare la diocesi di Ferrara. Mi sono sempre rivolto a lui nei momenti più importanti per discutere delle scelte da fare e non mi ha mai negato il suo parere, sempre in spirito di amicizia». Benedetto XVI ha liquidato come «assurdità» le tesi complottistiche di giornalisti e gruppi cattolici tradizionalisti: «Nessuno ha cercato di ricattarmi», ha messo per iscritto. Ma ora le dichiarazioni di un suo fedelissimo riaprono gli interrogativi.
Quante cose sfuggono agli storici, agli uomini comuni. Benedetto è un grande teologo, uno studioso che ha usato il tedesco, la sua lingua, in modo mirabile.
In questi giorni l'ex presidente del senato Pera ha, forse, molto da dire di Ratzinger, dell'amicizia e della storia...
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Donato.