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Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

Dedicato a Jacques Derrida

di Nico Carlucci Individuare i confini, tracciarli, scoprirli lì dove incomincia il mondo, finisce il mondo. E perdersi al di qua, al di là di una linea che li delimita, che si cerca di oltre-passare, di superare. L’altro mi “limita”, pone dei termini tra me e lui; mi concilia, allo stesso tempo, nella scoperta del mio essere come "solità"; l’altro mi disperde in una ricerca indeterminata che non mi permette di raggiungerlo e di oltrepassarlo perché fatto da una linea incompiuta. L’altro che appartiene ad un mondo culturale diverso dal mio, la cui lingua, le cui usanze, i cui costumi hanno una loro direzione di senso e ruotano intorno ad un focus concluso, finito, fa rimbalzare, di ri-flesso, il mio modello. L’altro, di volta in volta, straniero, clandestino, ospite catapultato in uno spazio che si fa globale, mi conquista possedendomi. Sentieri interrotti, aporia dell’essere che, sperimenta, in ultima analisi, il non passaggio, il non ritorno di un viaggio. Deridda tratta pr

La guerra quando il tempo si fa "reale"

di Nico Carlucci “Dopo i gravi e gli acuti dell’alta fedeltà stereofonica, è dunque il tempo di una stereoscopia in cui l’attuale e il virtuale sostituiscono la sinistra e la destra, l’alto e il basso” ( Paul Virilio, L’arte dell’accecamento , Milano, Raffaello Cortina Editore, 2007) L’ 11 settembre ha segnato l’ inizio, nella storia, di una violenza globale della quale i media hanno fatto una imponente rappresentazione. Veniva, così, superata la guerra tra i popoli, circoscritti dal luogo e dalla cultura di appartenenza, per dare sfogo ad un avvenimento di guerra “totale”, quella non assimilabile agli ultimi conflitti mondiali. Dei conflitti che hanno visto (vedono) partecipi i loro diretti protagonisti e i telespettatori e che, in ultima analisi, hanno come metafora proprio il mondo della rete, un “non luogo” nel quale tutti ci muoviamo senza seguirne, capirne la direzione. Persi nei “non confini” e spesso anche nell’ incapacità a riconoscere i nomi dei posti che si attraversano, ci