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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Nota bibliografica dell' Antropologia culturale

di Nico Carlucci A che punto è la storia dell'Antropologia? A dire il vero, mi chiedo ha ancora senso scriverla, avventurarsi a scriverla? Forse no visto la ramificazione, la dispersione di un "pensiero debole"! Nel 1871 vengono pubblicate due opere importi dell'Antropologia: Primitive Culture  di Edward. B. Tylor e Sistemi di consanguineità di Lewis H. Morgan. E' il periodo dell'Inghilterra vittoriana e la scienza sociale dell'uomo andava nascendo. E' in questo contesto che molti esperti passano dall’evoluzionismo darwiniano delle specie a quello delle culture. Poi dalla Germania arriva in America Franz Boas e "inventa" l'Antropologia culturale. Nell'opera  “I limiti del metodo comparativo in Antropologia” lo studioso tedesco cerca di riportare la culturologia " sul campo". Egli è contro qualsiasi generalizzazione. Quanto viene studiato -scrive- deve essere fatto direttamente e non mettendosi "in poltr

La Globalizzazione: il nuovo mito di fondazione dell'Occidente

di Nico Carlucci Una forza "oscura" (si fa per dire) detta le regole al Mondo, i propri principi, i propri valori che sono quelli giusti anche nella distruzione paradossale dell'Occidente. Tutti ci cascano e si globalizzano. I libri vengono scritti con paragrafi nuovi relativi proprio al salvifico "Globale"! I manuali di storia, per esempio, si "aggiornano" e dicono che lo scambio economico tra i popoli è "vecchio" come è vecchia la Storia. Che fai? Ah, non lo sapevi? Siamo in una nuova era, siamo nell'era della Globalizzazione. I calendari al più presto devono cancellare tutto quello che è locale, le festività legate ai cicli naturali o alle liturgie delle Nazioni! Nazioni? Ma che brutta parola ho pronunciato! Ma quali Nazioni? Siamo nella Globalizzazione, non l'avevate capito? Parlavo di distruzione, era della distruzione che getta noi, gli uomini e le donne nell'Apocalisse mediatica che vede come dominatori i politici, i g

Un'antropologa e il suo sogno ad occhi aperti: Difendere l'Italia

a cura di Nico Carlucci di:  Fabrizio Fiorini – www.rinascita.eu – “Né con speranza, né con timore”. Questa l’amara constatazione, che si tramuta in grido di sfida, che emana dalle pagine di “Difendere l’Italia”, recente saggio della “martellatrice” dell’Europa delle banche e dell’omologazione, dell’Europa suicida. Un saggio da cui il “sogno” di arrestare un decadenza oramai evidentemente inarrestabile richiama, più che una concreta e vicina prospettiva di fattibilità politica, il suono delle parole che già decenni or sono affermò Jean Thiriart, evocando il senso del dovere attivo: “un uomo difenderà la sua donna contro due teppisti senza preoccuparsi della sua inferiorità numerica, egli lo farà perche ‘questo deve fare’. Ugualmente, in pieno inverno, un uomo si getterà nell’acqua fredda per salvare un giovane senza attendere l’arrivo dei pompieri o di un’ambulanza perché ‘questo si deve fare’ ”. Un disincantato grido di dolore per la nostra nazione e per la nostra più grande pa