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Visualizzazione dei post da 2008

Il sacro valore dei soldi

di Nico Carlucci Assistiamo ad una crisi economica straordinaria, senza precedenti negli ultimi decenni. Le banche chiudono, molti dipendenti vengono licenziati. Le grandi potenze dell'economia-mercato, dell'economia-finanza vivono stridenti la depressione che è già presente e che falcerà fra poco le sorti progressive, degli uomini e delle donne, di questa "patria-mondo". Il capitale perde quota, coloro che vi avevano creduto falliscono, ma non sono pronti ad "espiare". I Governi americani, europei dicono che aiutarenno le loro banche e industrie automobilistiche tramite le risorse dello Stato. I cittadini comuni che con i loro risparmi sono anche lo Stato perderanno, così, una seconda volta. I banchieri, coloro che giocavano in borsa, quelli che investivano il denaro continueranno a non essere puniti per le menzogne raccontate. Sono proprio queste menzogne che hanno portato al collasso delle borse, dei mutui, del valore moneta che improvvisamente diventa c

Università: i dottori "perduti".

di Nico Carlucci dedicato a Davide, studente di Chimica a Perugia e del movimento dell' Onda Il mondo della scuola e dell'Università protestano. Ma oggi, ha ancora senso parlare di istruzione in Italia? "Istruzione", che brutta parola, che i governi, i pedagogisti e i sindacati di turno hanno reso vuota. Istruzione di chi e di che cosa? Dell'individuo? Della massa? Istruzione per tutti? So solo che si continua a non cambiare nulla sia sul piano delle discipline che su quello della "molteplicità". Dicono che il mondo sia plurale e indeterminato. E' giusto. Ma chi è al potere ci crede veramente? Forse no! E il globale dove va? Cos'è questo oscillare tra il "locale" e la pluralità dei significati? Pensiamo, per esempio, ai nostri titoli accademici. Nell' era della globalizzazione si vuole la loro equipollenza a quelli stranieri infischiandosene della cultura italiana e della sua "diversità" nella Storia. Equipollen

Dove va l'Europa...

di Nico Carlucci Beh, sia la destra che la sinistra hanno ratificato il "Trattato di Lisbona". L'idea di fare un referendum per la sua approvazione non è passata minimamente nella mente di chi detiene il Potere che tace di fronte agli Italiani. Possiamo dire lo stesso riguardo alla blanda opposizione del centro-sinistra con tutte le sue "ombre". Chi salverà l'Italia? Prima si parlava di "Costituzione europea" che i francesi e gli olandesi non hanno voluto. Per vincere l'ostacolo la "Costituzione europea" è diventata "Il Trattato di Lisbona" che è stato bocciato, comunque, dagli Irlandesi chiamati giustamente a votarlo. Di Pietro e la sua battaglia "titanica", il suo referendum contro la lodo-Alfano vengono oscurati da quella che testardemente dice di essere la sinistra (vedi Veltroni)."Sì" al "Trattato di Lisbona" , "No" a Di Pietro fanno parte, forse, della stessa logica culturale che

Il piccolo mondo "antico" e i suoi autogol.

Il giornalista Francesco Merlo, forse, ha ragione con il suo articolo su "Repubblica" del 23 agosto 2008. L'Arcigay, Grillini stanno strumentalizzando la morte di Domenico Riso, lo steward italiano, vittima, in questi giorni, dell’incidente aereo di una compagnia low cost spagnola. Dicono che i media non parlano della sua "gayezza", del fatto che stesse viaggiando con il suo "compagno" quando l'angelo della morte lo ha incontrato.Tutto questo è assurdo. Domenico è un uomo che muore solo come tutti gli uomini.Alcuni poteri di sinistra cercano di etichettare, nella tragedia, il suo decesso: usano addiritttura una lingua che ha creato la stessa emarginazione degli omosessuali. Caro Arcigay, non usate più parole di "sinistra", di quella sinistra che quando era al governo è stata "incapace" di parlare di PACS e di coppie di fatto. Una sinistra che continua ad usare categorie lontane dal modello culturale del "digit" per to

Fuori e dentro la Follia. Oltre la psichiatria

di Nico Carlucci Opere scritte anni fa attraverso la propria vita, come succede a molti artisti e scienziati, ritornano a verificare quello che ancora oggi viviamo. Alcune domande vengono a riproporsi prepotentemente in un modello culturale che credevamo di aver esaurito, ma che, viceversa, "disegna" ancora i dubbi, gli interrogativi e il non risolto che lo avevano impregnato vivificandolo ancora. Franco Basaglia, conosciuto per aver messo in subbuglio la scienza psichiatrica, aveva scritto e agito, negli anni 70, tra mille contraddizioni che seppur non eliminabili, come lui stesso aveva affermato, sono state, in ultima analisi, la forza del suo pensiero. Allora diventa ancora importante ripercorre, per capire meglio, la formazione di Basaglia e anche la sua teorizzazione (o forse, è meglio dire antiteorizzazione?). Si parte dalla fenomenologia e si arriva all’esistenzialismo , all’incontro con Sartre e l’opera di Foucault. In altri termini, si giunge a tutto ciò che in-

Un'altra pietra nel Muro: antropologia e fenomenologia

di Nico Carlucci Eccomi fare, alcuni anni fa, l’antropologo “sul campo” in America, vivere e toccare con mano la potenza come è stata studiata dai fenomenologi delle religioni a proposito delle culture “altre”(Gerardus van der Leeuw, Fenomenologia della religione, Bollati Boringhieri 2002, tit. or. Phanomenologie der Religion , Tubingen, 1956). Si, l’America, dove credo che la potenza venga vissuta col giurameto, con la bandiera a stelle e strisce, col dollaro che recita “In God We Trust”. Quell' anno, a metà novembre, Bryant Park, in Mid Manhattan , dopo il "Fashion Show", ospitò “The Wall that Heals” (Il Muro che Guarisce) come recitava il manifesto e il programma dell’evento. Questo è la replica esatta , in scala ridotta, del Vietnam Memorial di Washington, DC. Su di esso, conforme all’originale, sono riprodotti 58202 nomi di uomini e donne morti durante la guerra del Vietnam. Quello di Bryant Park è un muro di alluminio nero che ha la caratteristica di essere “iti

E tieni asciutta la tua polvere da sparo: Antropologia culturale in America

di Nico Carlucci Credo che bisogna tornare a leggere alcuni dei classici del pensiero antropologico visto che vengono tuttora dimenticati nei posti deputati al sapere. In Italia, poi, per via della forte influenza del marxismo sono stati rimossi quegli autori fondanti dell’ Antropologia perché appartenenti all’America “cattiva e capitalista”. Non è un caso, infatti, se viene pubblicato, in italiano, solo adesso, nel 2008, un libro di Margareth Mead: America allo specchio: lo sguardo di un’antropologa, uscito per la prima volta negli States nel 1944 (titolo originale: And Keep your powder dry; an anthropologist looks at America). Il Muro di Berlino non sembra essere caduto nel nostro Paese riguardo i Grandi delle scienze sociali, relegati al silenzio per mezzo di un atteggiamento che appare come una vera e propria “malafede” . Da noi le scienze sociali non vengono, del resto, valorizzate dal Potere che continua a chiamarle “sapere umanistico”come succede per la Storia data l' inc

Sigur Ros: ancora Dio che suona lacrime d'oro in Paradiso

di Nico Carlucci Ieri a Milano, all'Arena Civica, c'è stato il concerto dei Sigur Ros. Il gruppo islandese, con la sua musica, ha ri-creato un' atmosfera onirica e sognante, di aurore sublimi e di poesia. Jonsi, il solista della band, ha una voce alta e bellissima, da incantatore degli umani. La batteria pulsava tempesta nella notte liquida milanese che rispettava il sogno dei presenti, venuti da mondi lontani, per ascoltare l' incanto e chi aveva in testa la corona del Re della fiaba. Insieme ai Sigur Ros si sono uniti i violini di fanciulle eteree i cui capelli al vento hanno fatto rivivere le saghe nordiche dell'Islanda. A queste si sono fusi uomini in bianco con bombette bianche che suonavano le trombe nella vertigine dell'anima buia e misteriosa. I Sigur Ros hanno proposto musiche "emotive", liriche in un "festival" di note boreali. La pioggia cessava su Milano e dava spazio, così, al loro concerto, alla magia silente della neve e delle

Appunti di antropologia

di Nico Carlucci Milano, 20 giugno 2008 La lirica di Eugenio Montale data alla maturità di quest'anno è dedicata a un uomo non ad una donna: "Ripenso il tuo sorriso, ed è per me acqua limpida". Ma la traccia del Ministero che accompagnava il testo poetico in questione diceva, invece, che il poeta stesse parlando di una donna. L'errore è stato grande. Lo hanno sottolineato molti giornali. Per capire veramente bisognava ripercorrere la storia dell'Occidente e il ruolo della "mascolinità femminea"in Occidente. L' "acqua limpida" con cui inizia la poesia di Montale, spesso, è associata, in maniera ovvia, alla femminilità. Ma è veramante così? Qui"acqua limpida" , senza ombra di dubbio, è un ballerino russo, Boris Kniaseff. Ciò viene rafforzato anche dalla "giovinetta palma" con cui si chiude la lirica del poeta genovese che è simbolo maschile, come ben sapeva Oscar Wilde. E' un errore non nuovo nella "letteratura&qu

New York: per un'antropologia urbana

di Nico Carlucci Andare a New York è ancora un viaggio verso un futuro-presente. Accendi la tv americana: vieni messo al centro di avvenimenti i cui fatti ti rendono parte di una storia, la tua storia "pop". Un good morning che è un orrizzonte che dà senso a quello che stai per vivere quando già apri l'acqua del rubinetto, quando ti metti sull'autostrada. Un quotidiano-avvenimento annunciato dal tempo, da vento o sole , neve o piogge che sfidi potente. Epifanie "laiche", come "laiche" sono il crogiolo delle razze, della musiche rock, soul, jazz. "I love New York", canta Madonna colei che ha fatto classico il genere "pop" in musica come, del resto, aveva fatto Andy Warhol, nell'Arte, molti anni prima. Una New York che si fa "musical", beat. New York che, forse, ha creato il "sacro umano". E' proprio questo il suo esperimento vincente: un laboratorio del "sacro umano" che parte da lontan

Un piccolo Principe dell' Amore.

di Nico Carlucci Ci si ricade sempre, e ogni volta con la solita testardaggine. Un viaggio senza ritorno sia che vada   o non vada bene. Vale la pena di viverlo, dà senso alle tue cose anche se diventa sofferenza, forse, esprimibile attraverso la sola scrittura. E continuando mi riapproprio di qualche lettura,   ritrovo i “non luoghi”, forse, la possibilità di inventare un’arte attraverso di essi. Si, un’arte, quella di una utopia virtuale che cerca la sua direzione. Tu dove sei, in quale angolo ti sei rifugiato, angolo   che nasconde amori clandestini. Ti ho incontrato su questa “terra”, sei parte della mia situazione: essere venuto da chi sa dove, dai colori ardenti dell’equatore. Leggo qualche verso di Rilke : l’essere va verso il suo superamento per mezzo di una volontà che lo mette in un rischio continuo; dialoga con il nulla che paradossalmente gli dà un senso e si trascende nel suo progetto che, nel mio caso, è un progetto d’amore. Baci rubati nel metrò e lungo i Navigl

Le donne si vestono.Simbolismo dell'abito monastico femminile

di Nico Carlucci “Perfetta vita e alto merto inciela donna più su” mi disse, “a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta che caritate a suo piacer conforma. Dante, Canto III, "Il Paradiso", Divina Commedia Sul modo di vestirsi dei religiosi e in modo particolare delle monache, non esiste ancora una riflessione di carattere storico-antropologica che tenga conto del vissuto e del modo in cui le donne si sono percepite indossando quanto era stato deciso dai consacrati maschi (velo, tunica, sandali, cintura, cilicio, rosario). A questo scopo, credo che il concetto di cultura possa essere utile per una ricostruzione dei significati profondi che accompagna la donna e la sua “rappresentazione,” attraverso il suo corpo, nella storia. Per cultura intendo un “insieme complesso” di funzioni, norme, tecniche, miti, abitudini, tradizioni, tratti che si integrano in una struttura cui diamo il

Dedicato a Jacques Derrida

di Nico Carlucci Individuare i confini, tracciarli, scoprirli lì dove incomincia il mondo, finisce il mondo. E perdersi al di qua, al di là di una linea che li delimita, che si cerca di oltre-passare, di superare. L’altro mi “limita”, pone dei termini tra me e lui; mi concilia, allo stesso tempo, nella scoperta del mio essere come "solità"; l’altro mi disperde in una ricerca indeterminata che non mi permette di raggiungerlo e di oltrepassarlo perché fatto da una linea incompiuta. L’altro che appartiene ad un mondo culturale diverso dal mio, la cui lingua, le cui usanze, i cui costumi hanno una loro direzione di senso e ruotano intorno ad un focus concluso, finito, fa rimbalzare, di ri-flesso, il mio modello. L’altro, di volta in volta, straniero, clandestino, ospite catapultato in uno spazio che si fa globale, mi conquista possedendomi. Sentieri interrotti, aporia dell’essere che, sperimenta, in ultima analisi, il non passaggio, il non ritorno di un viaggio. Deridda tratta pr

La guerra quando il tempo si fa "reale"

di Nico Carlucci “Dopo i gravi e gli acuti dell’alta fedeltà stereofonica, è dunque il tempo di una stereoscopia in cui l’attuale e il virtuale sostituiscono la sinistra e la destra, l’alto e il basso” ( Paul Virilio, L’arte dell’accecamento , Milano, Raffaello Cortina Editore, 2007) L’ 11 settembre ha segnato l’ inizio, nella storia, di una violenza globale della quale i media hanno fatto una imponente rappresentazione. Veniva, così, superata la guerra tra i popoli, circoscritti dal luogo e dalla cultura di appartenenza, per dare sfogo ad un avvenimento di guerra “totale”, quella non assimilabile agli ultimi conflitti mondiali. Dei conflitti che hanno visto (vedono) partecipi i loro diretti protagonisti e i telespettatori e che, in ultima analisi, hanno come metafora proprio il mondo della rete, un “non luogo” nel quale tutti ci muoviamo senza seguirne, capirne la direzione. Persi nei “non confini” e spesso anche nell’ incapacità a riconoscere i nomi dei posti che si attraversano, ci