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Visualizzazione dei post da 2010

Il mondo alla rovescia: la Festa dei Folli e il Ragazzo Vescovo

di Nico Carlucci   Il freddo arriva e l’inverno pure con la prima neve che cade. Anche i giorni di Natale “arrivano” e si susseguono lentamente. Io non parlerò né dei loro simbolismi, né dei significati concreti che li accompagnano. Annie Lennox ricrea, ora, le loro musiche e li celebra nella androginia di una Bellezza “divina”. Claude Levi-Strauss, invece, tanto tempo fa, scriveva di un “Babbo Natale giustiziato” (Sellerio, 2002) alla vigilia di una mondializzazione che era, prima di tutto, fine dolente delle culture. Vedo la crisi delle istituzioni e della politica in Italia, il precipitare dell’euro e l’Occhio del Grande Fratello che avanza. Girano le vite, è la musica del tempo che scorre. E sullo schermo appaiono le festività successive al giorno del Natale, di origine pagane che nel Medioevo entrano all’interno delle mura delle chiese. Tra esse trovo la Festa dei Folli e le cerimonie del “Ragazzo vescovo” (Chambers E. K. “The Medieval Stage”, Oxford, 1903). La prima

Terra Promessa e globalizzazione. La "complessità" si tinge di Sacro

di Nico Carlucci Cos’è la complessità nell’ Antropologia? Chi sono coloro che se ne occupano? Beh, questi ultimi fanno riferimento, in ultima analisi, alla globalizzazione che esiste, nessuno lo mette in dubbio. Ma per alcuni studiosi, non sempre di “razza antropologica”, è diventata l’invenzione di un nuovo mito di fondazione. E questo, in realtà, è coercitivo. Gli economisti sono stati tra i primi a “guardare” alla globalizzazione. Se ne sono occupati da “economisti”, appunto, soffermandosi poco sul concetto di cultura. Quando è arrivata nei lavori dei filosofi della scienza, dei sociologi la globalizzazione è diventata “complessità” aprendo la via ad una nuova epistemologia che tuttora viene proposta con il suo protocollo. Sì, è quello che, per esempio, fa Edgar Morin nei suoi libri a cui non esita a dare titoli come: “Una testa ben fatta: riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero” (R. Cortina, 2000), “I sette saperi necessari all’educazione del futuro” (R. Cortina editore, 2

Le periferie e i loro ragazzi spezzati. Arcade Fire: "The Suburbs"

di Nico Carlucci E adesso tornano in modo trionfale il gruppo indie, gli Arcade Fire che con il loro album “The Suburbs” sono primi nelle classifiche che contano: inglesi e americane. L’Italia, spiace dirlo, è estranea quasi del tutto alla sensibilità rock d’oltralpe per via delle polverose orecchie marxiste di molti dei suoi critici. Ciò è vero non solo nell’ambito musicale, ma anche universitario dove le band indie, spesso, nascono grazie alla rete. La rivista on line "Ondarock", per esempio, dà all’ultimo lavoro del gruppo canadese appena la sufficienza relegando “The Suburbs” al genere pop che non fa parlare mai, per alcuni, di capolavori. Viceversa, l’inglese e autorevole “Q: Magazine” riconosce “The Suburbs” già come un classico che rimarrà tale negli anni a venire e che farà entrare gli Arcade Fire nella storia del rock. Ma l’antropologo si occupa proprio del gruppo di Win Butler e Regine Chassagne? Si, perché l’antropologo ascolta la musica, si emoziona al suono

Capitano, gira verso nord-ovest, il vento è cambiato: lo spazio e il tempo delle spedizioni

di Nico Carlucci Direzione Luna I tempi dei viaggi e delle esplorazioni sono finiti. Quando l’Antropologia è nata l’uomo continuava a scoprire terre remote. L’antropologo definiva il concetto di cultura e dava sempre più forma, così, alla sua disciplina servendosi, per la prima volta, di un metodo scientifico. Egli sentiva che i popoli “primitivi”si sarebbero a breve estinti, come poi è successo. Da qui la “fretta” dello studioso di raccogliere le loro ultime lingue e i loro ultimi miti trasmessi di generazione in generazione e consegnarli a noi. Ma ancora prima dell’Antropologia, gli uomini erano venuti a contatto con le civiltà e le descrivevano. E’ quello che fa, per esempio, Cesare nel suo De Bello Gallico . Matteo Ricci (1552-1610) un missionario, ebbe una profonda conoscenza del popolo e della religione cinese al quale voleva che arrivasse il cristianesimo attraverso l’“adattamento” di quest’ultimo. Nell’Ottocento troviamo, invece, David Livingston, missionario e esplora

L'ora tremenda del Sacro: sessualità e morte, tabù dell'Occidente

di Nico Carlucci Il sesso è inesorabilmente collegato alla Morte. Ciò è stato vero nel passato, ma lo è anche nel presente e non lo si può dire! Sesso e mondo del Sacro e della morte agiscono e diventano tabù forsennati nelle culture. Con questa scrittura del web che nasce sfoglierò alcune pagine dell’Occidente, guarderò a piccoli passi la sua storia al presente perché come mio campo di studio ho scelto proprio l’Uomo bianco. Morti e pianti rituali Dai giornali leggo che la Chiesa attuale è coinvolta nello scandalo della pedofilia in molti paesi. Essa cerca di correre ai ripari. Non ultimo troviamo quello che vede protagonisti alcuni membri del clero belga che custodivano, nell’Arcivescovado di Mechelen, materiale pedo-pornografico relativo al mostro di Martinelle, Marc Doutroux. Questi è stato stupratore e massacratore di bambini che sono simbolo della purezza nella religione. Diventa urgente, allora, da parte delle istituzioni ecclesiastiche vedere quello che è successo e far rientra

Il rito di passaggio dell' esame di Maturità: realtà e finzione

di Nico Carlucci Gli studenti italiani dell’ultimo anno della scuola superiore vengono chiamati, in questi giorni, ad una prova “finale”: l’esame di Stato. Esso è, in qualche modo, la celebrazione di un rito collettivo. Pur presentando qualche variante rispetto a quelli che lo hanno preceduto, esso rimane uguale nella “rappresentazione”, ma anche nelle aspettative e nelle attese sia degli allievi che dei docenti. E’ un gioco delle parti nel quale ognuno ha il suo ruolo precostituito. E allora tuffiamoci nei suoi spazi e nei suoi tempi sicuri che trattasi, appunto, di un rito di passaggio (A. van Gennep) che segnerà, per molti ragazzi, l’entrata nel mondo del lavoro o dell’Università. L’occasione della maturità, in ultima analisi, può diventare importante per interrogarsi e farsi interrogare dalle domande del passato che improvvisamente diventano presente. E’ l’occasione che offrono, per esempio, le scienze dell’umano, l’italiano e la storia, la filosofia e le lingue antiche. Ma

Un blog "Indie": Antropologia

di Nico Carlucci Si, l’Antropologia deve esistere, non può morire. E io mi impegnerò in questo! Forse, lo so, parto già sconfitto. Ma non importa. Ho creato il blog che tu leggi perché gli spazi che le istituzioni danno alla cultura sono nulli. Leggiamo sui giornali che il governo italiano è tra quelli che investono meno soldi per la ricerca. E ciò è grave. Si fatica, inoltre, a trovare una collocazione di tipo accademico e scientifico all’ Università per via delle baronie. Cattedre lontane dal provincialismo di una casta conservatrice, non vengono rimpiazzate una volta che sono andati via i loro creatori (Massimilano Parente: La casta dei radicalchic: il libro che farà tremare i salotti italiani , Roma, Newton Compton Editori, 2010). I poteri non amano le scienze, ne sono lontani. Per scienze intendo, ovviamente, sia quelle “soft” che quelle “dure”. Riguardo agli spazi riservati al libero pensiero, all’ Antropologia, questi sembrano chiudersi perché si vive in un modello a cui manca

Michel Foucault: come ricostruire la storia, le storie...!

di Nico Carlucci “E’ uno strano coraggio che mi dai, astro antico Brilli solo nell’aurora A cui nulla concedi” William Carlos Williams Voglio rimettere al centro del dibattito contemporaneo il pensiero di Michel Foucault. Mi chiedo se ciò ha senso farlo tramite internet. Quest’ultimo, è attraversato da un codice di scrittura preciso e forse lontano dalla “letteratura”. Per molti versi, quanto il filosofo francese teorizza è vicino all’Antropologia. In questo breve intervento, allora, cerchiamo di capirlo. Il tempo dell’ erranza Intanto quello che è chiaro è che Foucault non fu né uno strutturalista, né uno storicista (Paul Vayne: Foucault: Il pensiero e l’Uomo , Milano, Garzanti, 2010). Come amava definirsi, lo studioso era un pensatore “scettico”, lontano da tutte le trascendenze fondatrici. In altri termini, era un intellettuale “nuovo”, un “filosofo dell’intelletto” spesso attaccato e criticato proprio da quel potere che egli, viceversa, andava svelando nei suoi studi. Antropologia

Un popolo eletto e circonciso: Dio guarda l' America

di Nico Carlucci Gli Europei non sanno che un alto numero di Americani è circonciso. Tempo fa ho cercato di spiegare questa pratica a degli antropologi i quali accecati dagli “universalismi della storia” hanno finito con il non capire quanto stavo dicendo. In essi era scontato che chi veniva battezzato non poteva essere circonciso. In realtà, il popolo degli USA conosce, fa esperienza di tutti e due i riti. Ciò rende gli Americani ancora una volta “eccezionali” visto che i due costumi, in passato e nelle diverse culture, si sono perfino combattuti. Qui cercherò di spiegare i motivi sacrali che accompagnano questa pratica. Non credo alle spiegazioni pseudo-scientifiche che si danno per giustificare la circoncisione negli USA: ragioni di pulizia del Pene, di allontanamento dalle malattie e dai disordini. Ciò deve aprirci ancora di più gli occhi data l’ovvietà della cultura e la rimozione implicita del Sacro. Quest' ultimo va decodificato per non lasciarcene agire nella coercizione

Antenate di Venere a Milano

di Nico Carlucci Giorni di Natale, giorni di inverno a Milano. Dal paleolitico arrivano proprio loro, le antenati di Venere grazie all’Associazione Capodanno celtico che ha organizzato, al Castello Sforzesco, una mostra dedicata a queste figure femminili di un’era arcaica: la Preistoria. Qui troviamo reperti straordinari e inediti come la Venere paleolitica di Dolnì Vestonice del 27500 a. C. ca. E’ una delle prime terracotte dell’Umanità. Il reperto emoziona perché siamo ai primordi dell’arte figurativa europea. In esso possiamo cogliere i tratti del pensiero e del Mito, che con le prime società agricole, stanziali rivoluzionarono la condizione della specie Homo sapiens ponendo le fondamenta della nostra civiltà. La mostra è stata aperta il 5 dicembre del 2009 e chiuderà il 28 febbraio del 2010. Nella Sala Sforzesca sono presenti anche altri reperti: dalle statuette di animali dei cacciatori di mammut all’impressionante e raffinato vasellame dipinto fino alla monumentale figura femmini

I Tristi Tropici di Levi-Strauss

di Nico Carlucci Nel mese di ottobre del 2009 è andato via un grande dell’ antropologia: Claude Levi-Strauss. Lo studioso del “pensiero selvaggio” è vissuto dedicando la sua opera a popolazioni, le tribù indigene del Brasile, che solo apparentemente, secondo molti, sono “diverse” da noi. Certo, il suo approccio verso gli “altri” è frutto di un lavoro impassibile dove, spesso, manca l’uomo. In questo, forse, il suo limite. Ma, ovviamente, le sue osservazioni, le sue classificazioni, le sue analisi dei sistemi culturali sono irrinunciabili per chi voglia accostarsi a questa “strana” scienza che è l’Antropologia. Come non ricordare, allora, un monumento quale la serie Mitologica in cui il suo “sguardo da lontano” evidenzia le strutture portanti delle culture, il sistema dei miti e le figure simboliche di tanti racconti che l’antropologo analizza e “scrive”. Il freddo “strutturalismo” di Levi-Strauss, a tratti meccanico, non ha permesso, comunque, la nascita di una sua scuola di pensiero.