di Nico Carlucci
Esce il bellissimo cd degli U2: No line on the horizon. E' questo il 12^ lavoro della band irlandese che attinge e ri-fonda il rock. Epico e romantico, il lavoro degli U2 è linfa che rigenera, viaggio dell'anima tramite la voce straordinaria di Bono che non tradisce mai, neanche ora.
Ritroviamo, qui, un pò l'album "The War" per andare oltre fino all'Oriente; pulsano gospel contemporaneo con la inquieta chitarra di The Edge. Ed è di nuovo "classico". Tornano le "sorprese" di "Achtung baby", ma anche evocazioni di echi vintage in un lavoro ben curato.
Si inizia con un gioiello il cui titolo è quello dell'album e in cui Bono canta con la voce potente di venti anni fa.
Il pezzo Magnificent, invece, ha una carica esplosiva straordinaria. Bello e "magnifico", questo pezzo ha una introduzione maestosa con Bono che diventa interprete raffinato assoluto.
Ci troviamo davanti ad una melodia cristallina con un tuffo nel passato che torna.
Moment of surrender è fatta da archi, beat elettronici, pathos. E poi c'è l'organo. Fed- being born ha, invece, una distesa evocativa unica e il sapore degli arabeschi.
L'album è stato registrato in città e posti diversi: NewYork, Londra, Dublino e Marocco.
Brian Eno insieme e Danny Lenois sono i produttori di questo lavoro che è nel sound sicuramente U2.
Unknowen caller ha una atmosfera sognante con il coro dei quattro membri della band e con The Edge che ci regala un a solo di chitarra di rara profondità.
Il singolo Get on your boots è funky e sicuramente diverso dalla musica spirituale dell'intero album, rimanda a Vertigo. E' importante dire che, comunque, essa non fa perdere di qualità l'intera opera.
Continuando ascoltiamo la ballata struggente di White as snow che vibra il sentimento e che Bono canta con poesia e sogno.
La chiusura spetta a Cedars of Lebanon quando i significati, le parole sono pregnanti come, del resto, nell' intero album. Qui il soldato porta arance tirate fuori da un carro armato, le nubi infedeli riflettono un minareto e...il sole tramonta in Libano. Si affronta il tema della guerra in un recitativo interrogativo.
Esce il bellissimo cd degli U2: No line on the horizon. E' questo il 12^ lavoro della band irlandese che attinge e ri-fonda il rock. Epico e romantico, il lavoro degli U2 è linfa che rigenera, viaggio dell'anima tramite la voce straordinaria di Bono che non tradisce mai, neanche ora.
Ritroviamo, qui, un pò l'album "The War" per andare oltre fino all'Oriente; pulsano gospel contemporaneo con la inquieta chitarra di The Edge. Ed è di nuovo "classico". Tornano le "sorprese" di "Achtung baby", ma anche evocazioni di echi vintage in un lavoro ben curato.
Si inizia con un gioiello il cui titolo è quello dell'album e in cui Bono canta con la voce potente di venti anni fa.
Il pezzo Magnificent, invece, ha una carica esplosiva straordinaria. Bello e "magnifico", questo pezzo ha una introduzione maestosa con Bono che diventa interprete raffinato assoluto.
Ci troviamo davanti ad una melodia cristallina con un tuffo nel passato che torna.
Moment of surrender è fatta da archi, beat elettronici, pathos. E poi c'è l'organo. Fed- being born ha, invece, una distesa evocativa unica e il sapore degli arabeschi.
L'album è stato registrato in città e posti diversi: NewYork, Londra, Dublino e Marocco.
Brian Eno insieme e Danny Lenois sono i produttori di questo lavoro che è nel sound sicuramente U2.
Unknowen caller ha una atmosfera sognante con il coro dei quattro membri della band e con The Edge che ci regala un a solo di chitarra di rara profondità.
Il singolo Get on your boots è funky e sicuramente diverso dalla musica spirituale dell'intero album, rimanda a Vertigo. E' importante dire che, comunque, essa non fa perdere di qualità l'intera opera.
Continuando ascoltiamo la ballata struggente di White as snow che vibra il sentimento e che Bono canta con poesia e sogno.
La chiusura spetta a Cedars of Lebanon quando i significati, le parole sono pregnanti come, del resto, nell' intero album. Qui il soldato porta arance tirate fuori da un carro armato, le nubi infedeli riflettono un minareto e...il sole tramonta in Libano. Si affronta il tema della guerra in un recitativo interrogativo.
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