di Nico Carlucci
L'Antropologia si è spesso occupata della condizione femminile. Credo che l'immagine delle donne sia cambiata anche grazie agli studi "passionali" di questa scienza sociale e al contributo scientifico di molte studiose che ponevano la cultura come conditio sine qua non della ricerca.
Ma a questo punto, con sguardo interrogativo, mi chiedo: "Abbiamo fatto tutto? Cosa possono ancora dire e che cosa viene impedito alla "femmina dell'uomo" nell'azione concreta dell'essere?
Sono domande importanti perché è da qui che si vede veramente il cambiamento di un modello.
Vorrei soffermarmi su due film usciti negli ultimi tempi nelle sale italiane: "Pina" di Win Wenders, "Melancholia" di Lars von Trier. Entrambi belli, tutti e due diretti da registi maschi, ma che vedono come protagoniste le donne. Nel primo vengono proposte in versione 3D alcuni celebri perfarmance della direttrice artistica del Tanztheater Wuppertal, Pina Bausch, che a partire dal 1973, ha rivoluzionato il linguaggio della danza e le tecniche del balletto. Qui si portano in scena scenografie leggendarie nelle quali i corpi, i movimenti, i ritmi sono di rara bellezza.
In "Melancholia" ci sono due sorelle, Justine e Claire, un tempo unite, ma che ora si stanno allontanando. Justine sposa Michael e piomba in uno stato di malinconia che la rende "calma" mentre un misterioso pianeta, apparso da dietro il sole, è in rotta di collisione con la Terra. Claire, invece, è terrorizzata da questa minaccia che arriva dallo spazio. L'Apocalisse è affrontata in solitudine dalle sorelle con il "loro bambino" quando il pianeta sconosciuto precipita sulla Terra. Michael si era ucciso per non vedere ciò che non si guarda, la morte che arriva dai cieli.
Win Wenders e Lars von Trier sono nomi importanti della cinematografia internazionale che hanno "fatto scuola". Dicevo, due film belli in cui la figura femminile accenna, forse, a sconvolgenti significati: una donna moderna e "antica" in "Pina", archetipo dell'immaginario, quintessenza corporale; un mondo senza "uomini", viceversa, quello di Justine e Claire di "Melancholia" che vedono l'ultimo sole occidentale! In quest'ultimo film sono proprio le donne a incontrare la Morte.
Ma perché "Pina" e "Melancholia sono stati fatti da due registi maschi, Wenders e von Trier? Perché, nononstante il cambiamento della figura femminile di cui ho parlato all'inizio, sono i maschi che dicono delle donne, questa volta, però, senza maschi "protagonisti!?!
Alcune immagini tratte dal film di Win Wenders "Pina"
L'Antropologia si è spesso occupata della condizione femminile. Credo che l'immagine delle donne sia cambiata anche grazie agli studi "passionali" di questa scienza sociale e al contributo scientifico di molte studiose che ponevano la cultura come conditio sine qua non della ricerca.
Ma a questo punto, con sguardo interrogativo, mi chiedo: "Abbiamo fatto tutto? Cosa possono ancora dire e che cosa viene impedito alla "femmina dell'uomo" nell'azione concreta dell'essere?
Sono domande importanti perché è da qui che si vede veramente il cambiamento di un modello.
Vorrei soffermarmi su due film usciti negli ultimi tempi nelle sale italiane: "Pina" di Win Wenders, "Melancholia" di Lars von Trier. Entrambi belli, tutti e due diretti da registi maschi, ma che vedono come protagoniste le donne. Nel primo vengono proposte in versione 3D alcuni celebri perfarmance della direttrice artistica del Tanztheater Wuppertal, Pina Bausch, che a partire dal 1973, ha rivoluzionato il linguaggio della danza e le tecniche del balletto. Qui si portano in scena scenografie leggendarie nelle quali i corpi, i movimenti, i ritmi sono di rara bellezza.
In "Melancholia" ci sono due sorelle, Justine e Claire, un tempo unite, ma che ora si stanno allontanando. Justine sposa Michael e piomba in uno stato di malinconia che la rende "calma" mentre un misterioso pianeta, apparso da dietro il sole, è in rotta di collisione con la Terra. Claire, invece, è terrorizzata da questa minaccia che arriva dallo spazio. L'Apocalisse è affrontata in solitudine dalle sorelle con il "loro bambino" quando il pianeta sconosciuto precipita sulla Terra. Michael si era ucciso per non vedere ciò che non si guarda, la morte che arriva dai cieli.
Win Wenders e Lars von Trier sono nomi importanti della cinematografia internazionale che hanno "fatto scuola". Dicevo, due film belli in cui la figura femminile accenna, forse, a sconvolgenti significati: una donna moderna e "antica" in "Pina", archetipo dell'immaginario, quintessenza corporale; un mondo senza "uomini", viceversa, quello di Justine e Claire di "Melancholia" che vedono l'ultimo sole occidentale! In quest'ultimo film sono proprio le donne a incontrare la Morte.
Ma perché "Pina" e "Melancholia sono stati fatti da due registi maschi, Wenders e von Trier? Perché, nononstante il cambiamento della figura femminile di cui ho parlato all'inizio, sono i maschi che dicono delle donne, questa volta, però, senza maschi "protagonisti!?!
Alcune immagini tratte dal film di Win Wenders "Pina"
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