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Ingmar Bergman: una storia tradita

di Nico Carlucci

Verso Bergman e i suoi film "assoluti" per Bellezza, c'è stata una censura feroce. Beh, essi film "accadevano" durante un certo oscurantismo degli anni 50, ma hanno rischiarato il mondo dei significati dell'essere. In quegli anni l'influenza di Santa Madre Chiesa era enorme, insieme a quella dei gruppi politici di potere e al catto-comunismo imperante.
I doppiaggi hanno falsato i grandi film di Bergman trasformando, per esempio, il  "figlio" in "nipote" per evitare ruoli incestuosi ravvicinati; ma non solo. La consumazione di un rapporto sessuale in chiesa diventava sesso in un "sottoscale" per l'Italia post guerra. Nell'opera "Il posto delle fragole" vediamo un vecchio professore che ripensa alla sua vita. Le sue parole sarcastiche, riguardo ad un prete, sparirono. E quando la giovane Sara in un altro film confesserà la propria verginità, gli italiani pensarono che parlasse della sua "sfacciataggine" mentre l'ironico interrogativo "Ma come si può credere in Dio?" fu cambiato subito in "Ma perché discute sempre di Dio?" Dell' opera "Monica e il desiderio" interpretato da Harriet Anderson si arrivò addirittura a tagliare 25 metri di pellicola facendo sparire tutti i nudi della protagonista. Ma anche quando Monica fa entrare nel suo sacco a pelo il fidanzato Harry viene "tagliata" la suddetta scena. Furono nascoste anche le allusione a Martin Lutero e gli studi di teologia diventarono studi di filosofia. "Nella fontana della vergine" saltarono, invece, trenta secondi dello stupro. E si continua. Il film "Il silenzio" ebbe controversie anche in Svezia e condanne in Argentina tanto che il suo distributore fu condannato ad un anno di carcere. Le sue scene "scandalose" erano quella in cui Ester si masturba e quella in cui Anna ha un amplesso con uno sconosciuto.
Sì, questo Bergman non amato neanche in patria, come dicono, è stato un gigante dell'arte, della Bellezza. Filosofo dell'esistenza direi io. Ingmar ha decodificato i significati profondi che l'uomo esperisce nella cultura dell'Occidente: il rapporto tra la sessualità e la morte, la morte in quanto tale come Heidegger aveva ricordato quando parlava degli orizzonti di mondo, di temporalità infinite, di apertura all'essere da parte dell'Uomo. Ecco, allora, il "silenzio di Dio", la laterna magica del regista con il  "Settimo sigillo", "Fanny e Alexander" e "Sussurri e grida".
Tutte queste opere sono con i loro significati totali della vita e della morte, del "trascendente" e dell"immanente dei vissuti degli uomini. Opere d'arte "assolute", sì, che decodificano l'Occidente, in un'ulteriorità  "universale".

Da "Sussurri e grida"


Commenti

Sergio Scorzillo ha detto…
Molto interessante...tante cose che non sapevo. Grazie
salvatore ruggiero ha detto…
l'ho rubato e pubblicato sul mio gruppo, mi scuseari. :-)

smr

https://www.facebook.com/groups/145333318888259/
Nico Carlucci ha detto…
Cosa, hai "rubato"? Ho cercato nel tuo blog. Anche te appassionato di Bergman

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