di Nico Carlucci
In occasione dell' Expo a Milano è stata organizzata dal Comune meneghino una mostra che parla del tema della cuccagna, della sovrabbondanza di cibo visto che è proprio il cibo ad essere trattato dall'esposizione universale che si tiene, qui, nel capoluogo lombardo.
Il tema dell'Expo è nutrire il pianeta presentato dagli stand dei tanti paesi vicini e lontani. Sì, è il cibo, dicevo il tema dell'esposizione che finisce, spesso, se acquistato all'Expo con il pagamento di conti salati (ma il tema non era "Nutrire il pianeta" bisognoso? ).
La mostra di cui sto parlando è al Castello Sforzesco. Essa è interessante e richiama ad ulteriori riflessioni politiche, sociali e antropologiche.
Vediamo che si snoda in nove sezioni e ha lo scopo di analizzare le origini, i nuclei tematici e le evoluzioni del Paese della Cuccagna. Seguendo la tradizione letteraria viene narrato attraverso modelli iconografici la storia del cibo. Il perdurare nei secoli di questo tema della Cuccagna conferma il suo successo nell’immaginario collettivo.
Il Paese di Cuccagna nasce nel passato come risposta sociale alle condizioni precarie delle classi più disagiate. Esso narra di un luogo in cui tutti godono e hanno a propria disposizione qualsiasi cosa desiderino: abiti, cibo, bellezza, giovinezza. Lavoro, fatica e gerarchia sono aboliti. L’aspetto più duraturo di tale tradizione è quello legato all’immaginario culinario: cibi e bevande costituiscono la stessa natura del paesaggio, caratterizzato da fiumi di vino, monti di ricotta, pioggia di capponi arrosto e architetture commestibili di lasagne, formaggi e prosciutti. Nel corso dei secoli gli altri temi vengono meno e rimane l’idea di una sovrabbondanza culinaria e di un posto di piaceri e delizie ormai privo di ogni connotazione di critica sociale (quello che non viene fatto durante l'Expo).
Mi preme sottolineare in questo articolo che il cibo può essere crudo e cotto. Come ha spiegato Claude Levi-Strauss è proprio la rappresentazione del cibo, il modo in cui si presenta a segnalare il passaggio dalla Natura alla Cultura (Le cru et le cruit, Paris, 1964).
Per lo studioso tutti i dati che analizza in alcuni miti da lui studiati del Brasile si connettono in una determinata struttura le cui leggi ultime sono di tipo inconscio e che, in ultima analisi, "parlano noi".
Il cibo può essere crudo e cotto come dicevo. Levi-Strauss associa il crudo a ciò che appartiene alla Natura che appunto non cuoce. Il Cotto, invece, è quello che viene trattato dalla Cultura che è prima di tutto manipolazione. Al riguardo di quest'ultimo abbiamo l'elemento fuoco che permette il passaggio di cui ho scritto sopra.
Potremmo aggiungere dopo questa distinzione tra Crudo e Cotto il Super cotto che richiama gli arrosti, il bruciato, il cibo degli dèi, l'incenso. Ma su questo dovremmo aprire una trattazione a parte visto la sua complessità.
Commenti