di Nico Carlucci
Siamo ancora qui, sul campo di una Antropologia giorno per giorno. L'antropologo è in quell'orizzonte di mondo, in un progetto. Abbiamo interpretato i nostri tempi, passati e presenti di cui anche tu fai parte, nell'inconsapevole silenzioso della cultura. Ora ricostruisci il puzzle, quell'armonia di un insieme complesso a cui ci aveva introdotto E. B. Tylor e che non abbiamo mai dimenticato. Molta strada è stata fatta e se l'antropologo inglese apparteneva ancora all'Evoluzionismo, noi, invece, no. A Tylor riconosciamo molto, forse l'inizio stesso di una scienza, l'Antropologia, appunto.
Ma mettiamo insieme, l'una accanto all'altra, i campi di ricerca, i metodi, c'è una giusta varietà, una scienza, appunto, la rivoluzione copernicana.
Xilofoni nelle ore boreali, nota toccata e poi ripetuta; silenzio e sento e poi ripresa, aumento, una spirale o un eterno ritorno.
Nietzsche è lì e sembra suggerirci una morfologia: i fiori e i loro petali.
E ora richiama la cultura, il modo in cui interagisce con l'ambiente interno. Un sé e un noi culturale di cui si stanno occupando anche le neuroscienze. Mai determinismo come vuole qualcuno, ma una libertà, dell' Uomo.
Siamo ancora qui, sul campo di una Antropologia giorno per giorno. L'antropologo è in quell'orizzonte di mondo, in un progetto. Abbiamo interpretato i nostri tempi, passati e presenti di cui anche tu fai parte, nell'inconsapevole silenzioso della cultura. Ora ricostruisci il puzzle, quell'armonia di un insieme complesso a cui ci aveva introdotto E. B. Tylor e che non abbiamo mai dimenticato. Molta strada è stata fatta e se l'antropologo inglese apparteneva ancora all'Evoluzionismo, noi, invece, no. A Tylor riconosciamo molto, forse l'inizio stesso di una scienza, l'Antropologia, appunto.
Ma mettiamo insieme, l'una accanto all'altra, i campi di ricerca, i metodi, c'è una giusta varietà, una scienza, appunto, la rivoluzione copernicana.
Xilofoni nelle ore boreali, nota toccata e poi ripetuta; silenzio e sento e poi ripresa, aumento, una spirale o un eterno ritorno.
Nietzsche è lì e sembra suggerirci una morfologia: i fiori e i loro petali.
E ora richiama la cultura, il modo in cui interagisce con l'ambiente interno. Un sé e un noi culturale di cui si stanno occupando anche le neuroscienze. Mai determinismo come vuole qualcuno, ma una libertà, dell' Uomo.
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