di Nico Carlucci
Il 20 gennaio presento il mio libro edito da Solfanelli: Antropologia giorno per giorno: Era informatica e nuovi dei.
Cerco di dire ancora che l'antropologia serve per capire l'Uomo "bianco". Molte cose sono cambiate da quando l'antropologia è nata.
Spero che arriverete in tanti a Milano per parlare di libri, di cultura, nel Salone della cultura. Milano, per molti versi va per conto suo...Città che produce, ma che deve pensare veramente a ciò che può dare all'Italia e alle sue periferie. Oggi, spesso, si discosta dal resto del Paese; la città ha un alto tasso di criminalità. Molti sono i senzatetto che gridano che hanno fame. La neve non arriva più, anche la nebbia l'ha abbandonata.
Ha ancora senso, allora, un libro di antropologia nell'era in cui si cerca di non leggere, la cui testa è china su uno smarthphone nella prossemica depressiva? Oh, aforisma, fa che la tua coloritura timbrica porta ad una nuova germinazione, se non a una vera e propria pioggia di rose.
I poteri cercano di resistere, sai, non vuole andare via. Il pensiero unico domina per mezzo della televisione, i giornali, buona parte degli uomini di Chiesa. Libertà va cercando ancora l'antropologo oltre l'arcobaleno quando molti partiti resistono. I soliti cronisti, i soliti giornalisti, cantanti che non vanno mai avanti. E così si parlerà ancora di cultura come le sue rivoluzioni che si cercano di affievolire. Ma è questo che vogliono gli Italiani? Credo proprio di no. Questo lo vogliono i potenti, sempre uguali, radicati al proprio potere che sembra non tramontare mai.
Ha ancora senso, allora, un libro di antropologia nell'era in cui si cerca di non leggere, la cui testa è china su uno smarthphone nella prossemica depressiva? Oh, aforisma, fa che la tua coloritura timbrica porta ad una nuova germinazione, se non a una vera e propria pioggia di rose.
I poteri cercano di resistere, sai, non vuole andare via. Il pensiero unico domina per mezzo della televisione, i giornali, buona parte degli uomini di Chiesa. Libertà va cercando ancora l'antropologo oltre l'arcobaleno quando molti partiti resistono. I soliti cronisti, i soliti giornalisti, cantanti che non vanno mai avanti. E così si parlerà ancora di cultura come le sue rivoluzioni che si cercano di affievolire. Ma è questo che vogliono gli Italiani? Credo proprio di no. Questo lo vogliono i potenti, sempre uguali, radicati al proprio potere che sembra non tramontare mai.
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