Passa ai contenuti principali

Per una storia del Bambino

IDA MAGLI E I “FIGLI DELL’UOMO” da Ida Magli Rivoluzionaria Facebook

di Nico Carlucci

Nel 2015, IDA MAGLI così scrisse nel suo ultimo libro, “Figli dell’Uomo” (pp. 167-168):
«Seguendo le istruzioni di Orwell in “1984”, si sono capovolti i significati. Il Ministero dell’Amore ha funzionato a meraviglia... E i governanti sono i più entusiasti di questo travisamento operato dai detentori del Potere sui più deboli: i poveri, i sudditi, i bambini. Non si può dubitare che un simile sistema di idee sia stato concordato con i governanti da un gruppetto di persone... che o Bruxelles, sede dell’Unione europea, o in qualche parte degli Stati Uniti d’America, lavora con grande efficienza alla distruzione della civiltà europea».
Il Ministero dell’Amore si configura in quel sistema che in teoria ha come scopo “il bene dei bambini”, ma all’atto pratico ha prodotto realtà devastanti come la vicenda dei bambini di Bibbiano.
[Link:
http://www.ilgiornale.it/…/linchiesta-angeli-e-demoni-15439…
NICO CARLUCCI, allievo di Ida Magli, così ricorda la lunga ‘gestazione’ del suo ultimo libro:
«Ida Magli morì poco dopo aver pubblicato il suo ultimo libro, “Figli dell’Uomo. Duemila anni di mito dell’infanzia” (Milano 2015), sul quale non vennero fatte recensioni importanti sui giornali radical, visto che il tema era poco accattivante.
Dopo che il suo libro era venuto alla luce, mi disse che aveva dovuto faticare parecchio, a cominciare dallo titolo stesso dell’opera che era stato contestato, ed io, invece, trovavo bellissimo. Il titolo dava in una ‘forma’ la sensibilità di Ida Magli, riassumeva la storia dell’Occidente che noi abbiamo ripercorso e continuiamo a percorrere insieme a lei.
Quello della storia del bambino era un tema al quale la grande antropologa lavorava da molti anni. Ricordo che quando la seguivo da studente all’Università di Roma La Sapienza, ci parlava di quel tema. Io le prestai un saggio di J. Boswell sull’abbandono dei bambini, che lei puntualmente approfondì con altri studi, altri libri e domande adamantine. “Figli dell’uomo”, quindi, ha avuto una lunga gestazione e riflessione, e si rispecchia oggi negli avvenimenti e nei fatti tramite i cosiddetti social media.
Cosa sta succedendo ai bambini in Emilia-Romagna, e a chi li affida a “nuovi genitori” sottraendoli a quelli biologici? Quale atrocità siamo chiamati a raccontare parlando di quei bambini e adulti! Sembrano codificare quello che Ida Magli già sapeva grazie all’antropologia!
E’ una storia antica e contemporanea quella che leggiamo sui giornali, voluta da un potere consapevole della sottomissione dei bambini; storia che ora si ripresenta a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia.
E’ nata un’inchiesta alla quale hanno dato il nome di Angeli e Demoni; le cronache ne hanno parlato senza fare però il punto sui significati stessi di quella cultura, di quel sistema di potere che permette proprio il ruolo di chi viene ‘ucciso’ interiormente e a volte anche fisicamente, e di chi metaforicamente ‘mangia’ l’ucciso.
Trattasi di un “cannibalismo” appunto metaforico, di una trama sottile tra gli angeli e i demoni. Le alte cariche della Chiesa, il feudo del Partito Democratico di questa parte dell’Italia cercano di mettere a tacere quanto è avvenuto a Bibbiano. Se n’è parlato poco nei media e sui giornali, e ci chiediamo come sia stato possibile oscurare una notizia del genere.
Quel che è successo ai bambini di Bibbiano è solo la punta di un iceberg che dobbiamo ancora scoprire e comprendere nella sua interezza. Secondo le accuse si parla di bambini che sono stati letteralmente strappati ai loro genitori con metodi che possiamo definire come una “nuova e vera tortura fisica e psicologica”.
Secondo le accuse riportate dai giornali, vari assistenti sociali, operatori sanitari, psicologi, sarebbero stati complici di un sistema che dava in affido i bambini a persone amiche o vicine al sistema di potere. E tutto questo sembra sia stato possibile con il coinvolgimento anche di alcuni politici locali. Le nuove “famiglie” che accoglievano i bambini di Bibbiano (accoglievano, che brutto verbo è diventato...) erano spesso costituite da persone con disagi psichici, pronte alla violenza.
Se quanto riportato dai giornali venisse confermato, ci troveremo davanti all’orrore: bambini “accolti” da “genitori” che non avevano i requisiti, bambini strappati dalla famiglia “naturale”, visto che è tanto di moda la reinvenzione di una genitorialità “falsa” e a pagamento. I piccoli venivano sottoposti ad un vero e proprio lavaggio del cervello, a stimoli “elettrici” in modo che la madre e il padre “giusti” fossero quelli riconosciuti dalle istituzioni, il che implica l’eliminazione della nostra verità e realtà biologica e culturale.
Ma purtroppo Bibbiano non è un caso isolato. Verso la fine degli anni Novanta vi fu il caso “Veleno”, ovvero il gruppo dei cosiddetti “diavoli della bassa modenese”, che vide coinvolti sedici bambini, e distrusse la vita delle loro famiglie; in taluni casi, spinse i genitori persino al suicidio.
Il libro di Ida Magli anticipa, così, quella che è una realtà sconcertante dei nostri giorni. “Figli dell’Uomo” mette infatti a confronto le analogie e le differenze tra i costumi e i comportamenti dei vari popoli che nei tempi passati riguardavano – e ancora riguardano – la vita di chi vive l’infanzia: il valore religioso, sociale, economico che è stato loro attribuito ai piccoli, dal quale è dipeso il loro destino.
I figli sono sempre stati trattati come una proprietà, sacrificabile e sacrificata. Nel Deuteronomio, per esempio, leggiamo: “Prederai i bambini come tua preda”. Nel lunghissimo corso della storia i bambini sono stati presi come preda e mangiati, concretamente e simbolicamente. Ida Magli sviluppa nel suo saggio argomenti importantissimi, sui quali dovremo riflettere proprio riguardo a quanto sta succedendo a Bibbiano: la libido dei “nuovi selvaggi”, i fantasmi di nuovi “scalpi danteschi”, la puerofagia (termine coniato dalla grande antropologa).
Torna urgente riconsiderare l’affettività parentale e non parentale, di cui non si è mai discusso in nessun luogo, salvo nell’Europa moderna e che Ida Magli ripercorre nei duemila della nostra storia.





ArtistHenri Matisse
Year1952
TypeGouache on paper on canvas
Dimensions292 cm × 386 cm (115 in × 152 in)
LocationPompidou CentreParis







The Sorrows of the King.jpg

Commenti

Post popolari in questo blog

Kultur e Zivilisation: Nietzsche e le scienze A-venire

di Nico Carlucci Kultur e gli anni di Basilea (1869-1879)      Nietzsche a Basilea fu un diligente insegnate. I suoi scolari lo ricordano come chi era capace di convincere allo studio, anche i più pigri. Egli riflette molto sul problema dell’educazione, sulla funzione degli istituti di cultura. La guerra franco-prussiana interruppe per qualche settimana la sua attività di insegnante. Sono gli anni in cui Nietzsche si sentiva legato a Burckhardt, storico basilese. A lui lo legò il comune amore per Schopenhauer e una concezione importante della civiltà greca. A Burckhardt lo lega anche quello che Nietzsche chiama “il sentimento dell’autunno della civiltà”. [1] Civiltà, sì. Una tradizione andava scomparendo con tutte le sue istituzioni. Significativa è la lettera che scrisse all’amico Carl von Gersdorff il 21 giugno 1871: “Al di là del conflitto delle nazioni, ci ha terrorizzati, terrificante e improvviso, il sollevarsi dell’idra internazionale, foriero di ben altre batta

Le donne si vestono.Simbolismo dell'abito monastico femminile

di Nico Carlucci “Perfetta vita e alto merto inciela donna più su” mi disse, “a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta che caritate a suo piacer conforma. Dante, Canto III, "Il Paradiso", Divina Commedia Sul modo di vestirsi dei religiosi e in modo particolare delle monache, non esiste ancora una riflessione di carattere storico-antropologica che tenga conto del vissuto e del modo in cui le donne si sono percepite indossando quanto era stato deciso dai consacrati maschi (velo, tunica, sandali, cintura, cilicio, rosario). A questo scopo, credo che il concetto di cultura possa essere utile per una ricostruzione dei significati profondi che accompagna la donna e la sua “rappresentazione,” attraverso il suo corpo, nella storia. Per cultura intendo un “insieme complesso” di funzioni, norme, tecniche, miti, abitudini, tradizioni, tratti che si integrano in una struttura cui diamo il

La pietra miliare dell'Antropologia: Franz Boas

di  Nico Carlucci Franz Boas nasce a Minden, in Germania nel 1858 da una famiglia ebrea. Ebbe una cultura che si nutriva della fisica, della matematica e anche della geografia che lo condusse indirettamente all'antropologia. Ancora giovanissimo partì per una spedizione presso gli eschimesi della Terra di Baffin con l'obiettivo di studiare gli effetti dell'ambiente fisico sulla società locale. Nel 1887 Franz va a vivere negli Stati Uniti. Qui fonda a New York, alla Columbia University, il dipartimento di Antropologia e diventa maestro di famosi antropologi come Alfred L. Kroeber, Robert Lowie, Edward Sapir, Jean Herskovits, Ruth Benedict, Margareth Mead. Sempre a New York curò l'American Museum of National History. Boas, però, non farà mai un lavoro di esposizione sistematica del suo modo di intendere l'antropologia. Beh, sicuramente prende le distanze da L.H.Morgan, antropologo evoluzionista che aveva esemplificato troppo parlando di sviluppo indipendente de