di Nico Carlucci
Si, il mondo cambia, abbiamo detto, il modo di riprodurre la musica cambia.
Questo è vero anche per l' arte che diventa "murales", non più "prigioniera" dei musei e cioè del "luogo".
Keith Haring lo ha dimostrato nella libertà delle gallerie della metropolitana di New York, ma anche servendosi della "surmodernità" di cui parla Marc Augè nei suoi studi: i grandi magazzini, gli autobus e quindi le autostrade, gli aeroporti. In altre parole, i "non luoghi", appunto.
Gli artisti sono quelli di "strada" che conoscono il digit sperimentandolo come "esperienza totale".
I confini, allora, saltano, i "pieni" pure. Il computer prende il sopravvento attraverso la rete e il virtuale che sono "dovunque e in nessuna parte".
E , forse, era questo che cercavano di dirci i Radiohead quando hanno pubblicato nel 1997 proprio Ok Computer, album pieno di momenti rarefatti e angoscie esistenziali che straziano.
Keith Harring
Si, il mondo cambia, abbiamo detto, il modo di riprodurre la musica cambia.
Questo è vero anche per l' arte che diventa "murales", non più "prigioniera" dei musei e cioè del "luogo".
Keith Haring lo ha dimostrato nella libertà delle gallerie della metropolitana di New York, ma anche servendosi della "surmodernità" di cui parla Marc Augè nei suoi studi: i grandi magazzini, gli autobus e quindi le autostrade, gli aeroporti. In altre parole, i "non luoghi", appunto.
Gli artisti sono quelli di "strada" che conoscono il digit sperimentandolo come "esperienza totale".
I confini, allora, saltano, i "pieni" pure. Il computer prende il sopravvento attraverso la rete e il virtuale che sono "dovunque e in nessuna parte".
E , forse, era questo che cercavano di dirci i Radiohead quando hanno pubblicato nel 1997 proprio Ok Computer, album pieno di momenti rarefatti e angoscie esistenziali che straziano.
Keith Harring
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