Passa ai contenuti principali

Arcade Fire: Cinque stelle

 

 di Nico Carlucci

"But if there's no music up in heaven, then what's it for?"     da "Here comes the night time"  Arcade Fire

Il disco degli Arcade Fire si apre con il singolo "Reflektor" che dà anche il titolo all’album. Qui la musica ha in maniera sparsa note di atmosfere haitiane derivate, forse, dall’aver registrato l’intero album proprio ad Haiti. Ma c'è anche e soprattutto l'Occidente anche se è "politicamente scorretto" dirlo (le recensioni lette al riguardo sono quasi tutte di stampo "etnico").
A proposito vediamo che in copertina c'è una scultura di Rodin: Orfeo che non raggiunge Euridice. Il mito viene rielaborato in diversi brani e reso "moderno": "Awful sound (Oh Eurydice)": "Just take all your pain, just put it on me so that you can breathe "; e poi "It's never over (Hey Orpheus)": "I'm behind you. Don't turn around...just sing for me all the night". Troviamo nel primo dei due cd anche un testo dedicato a Giovanna D'Arco (Joan of Arc) che diventa la musa del poeta: "You had a vision they couldn't see so they put you down".
Le percussioni e le strofe in lingua francese si mescolano a sonorità decisamente anni'80 senza perdere, comunque, quella potenza che promette di far ballare gli invitati alle "feste più indie in circolazione".
Tutto il lavoro fa ampio ricorso ad ogni tipo di strumento che va al di là del trittico basso, chitarra e batteria, come è solito per gli Arcade Fire. In "We exist" l’uso massiccio degli archi conferisce pennellate di leggerezza ad un pezzo che non perde il ritmo nemmeno per un secondo. "Here comes the night time", una canzone all’apparenza semplice e che ricorda una filastrocca, nasconde elettrizzanti giri di basso mentre "Normal person" strizza l’occhio al classic rock anni ’70. Nel secondo disco si dà spazio ad elettronica (“Porno”) e dance (“Afterlife”) senza abbandonare ritmi caraibici-haitiani.
"Reflektor" è il quarto lavoro degli Arcade Fire che sono sicuramente quanto di più creativo possiamo trovare nella musica di oggi. Non ultimo: sanno veramente suonare....
Arcade Fire
Arcade Fire liveArcade Fire - Win Butler e consorteArcade FireArcade FireArcade Fire durante uno secret show

 
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Kultur e Zivilisation: Nietzsche e le scienze A-venire

di Nico Carlucci Kultur e gli anni di Basilea (1869-1879)      Nietzsche a Basilea fu un diligente insegnate. I suoi scolari lo ricordano come chi era capace di convincere allo studio, anche i più pigri. Egli riflette molto sul problema dell’educazione, sulla funzione degli istituti di cultura. La guerra franco-prussiana interruppe per qualche settimana la sua attività di insegnante. Sono gli anni in cui Nietzsche si sentiva legato a Burckhardt, storico basilese. A lui lo legò il comune amore per Schopenhauer e una concezione importante della civiltà greca. A Burckhardt lo lega anche quello che Nietzsche chiama “il sentimento dell’autunno della civiltà”. [1] Civiltà, sì. Una tradizione andava scomparendo con tutte le sue istituzioni. Significativa è la lettera che scrisse all’amico Carl von Gersdorff il 21 giugno 1871: “Al di là del conflitto delle nazioni, ci ha terrorizzati, terrificante e improvviso, il sollevarsi dell’idra internazionale, foriero di ben altre batta

Le donne si vestono.Simbolismo dell'abito monastico femminile

di Nico Carlucci “Perfetta vita e alto merto inciela donna più su” mi disse, “a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta che caritate a suo piacer conforma. Dante, Canto III, "Il Paradiso", Divina Commedia Sul modo di vestirsi dei religiosi e in modo particolare delle monache, non esiste ancora una riflessione di carattere storico-antropologica che tenga conto del vissuto e del modo in cui le donne si sono percepite indossando quanto era stato deciso dai consacrati maschi (velo, tunica, sandali, cintura, cilicio, rosario). A questo scopo, credo che il concetto di cultura possa essere utile per una ricostruzione dei significati profondi che accompagna la donna e la sua “rappresentazione,” attraverso il suo corpo, nella storia. Per cultura intendo un “insieme complesso” di funzioni, norme, tecniche, miti, abitudini, tradizioni, tratti che si integrano in una struttura cui diamo il

La pietra miliare dell'Antropologia: Franz Boas

di  Nico Carlucci Franz Boas nasce a Minden, in Germania nel 1858 da una famiglia ebrea. Ebbe una cultura che si nutriva della fisica, della matematica e anche della geografia che lo condusse indirettamente all'antropologia. Ancora giovanissimo partì per una spedizione presso gli eschimesi della Terra di Baffin con l'obiettivo di studiare gli effetti dell'ambiente fisico sulla società locale. Nel 1887 Franz va a vivere negli Stati Uniti. Qui fonda a New York, alla Columbia University, il dipartimento di Antropologia e diventa maestro di famosi antropologi come Alfred L. Kroeber, Robert Lowie, Edward Sapir, Jean Herskovits, Ruth Benedict, Margareth Mead. Sempre a New York curò l'American Museum of National History. Boas, però, non farà mai un lavoro di esposizione sistematica del suo modo di intendere l'antropologia. Beh, sicuramente prende le distanze da L.H.Morgan, antropologo evoluzionista che aveva esemplificato troppo parlando di sviluppo indipendente de