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Omaggio a Jacques Le Goff: la storia del Medioevo

di Nico Carlucci
Oggi è morto un gigante della storia del Medioevo, Jacques Le Goff a cui noi dell'Antropologia diciamo grazie.
E', la sua, la "Nuova Storia" che ha cambiato per sempre il modo di guadare l'età di mezzo, il Medioevo, appunto, non più polveroso e "lontano".
Tramite essa abbiamo scoperto le "lunghe durate", la storia del quotidiano e abbiamo messo da parte, finalmente, i grandi personaggi, i Re, i Papa, gli Imperatori, in altri termini, la storia politica ed  "evenemenziale" per soffermarci su "immaginari collettivi", sulla cultura nell'accezione propria dell' Antropologia, la cultura, sì, di un Medioevo risplendente.
Al riguardo Le Goff ha scritto libri mirabili sulla fede e sul denaro, sul sogno "medioevale" esplorando l'anima dell'umanità pellegrina: santi e donne, banchieri e cavalieri.  Aveva scritto saggi sul re Luigi IX e su San Francesco, ma anche il famoso libro dedicato all'invenzione del Purgatorio nel Medioevo.
Egli aveva lavorato a lungo con Fernard Braudel ed era stato condirettore della rivista "Les Annales" fucina dell'omonima scuola storiografica a cui mi riferivo prima  a proposito della "Nuova Storia". E', così, che veniva fuori la Geostoria combattuta da un'Italia marxista che non faceva passare nelle scuole i suoi libri, in altri termini, sorgeva una storiografia che considerava non solo la struttura economica di una società, ma anche le tecniche, la mentalità, la sedimentazione silenziosa di usi e costumi, di credenze e speranze.
Le Goff è stato uno studioso di un'elevatura straordinaria, grande divulgatore del racconto del Medioevo quando era il tempo del "mercante e delle cattedrali".
A 90 anni stava lavorando in modo attivo a un Alfabeto europeo che purtroppo è rimasto incompiuto.
La sua è una stella che brilla nel contesto internazionale. Le Goff , ricordo, è stato anche direttore dell'"Ecole des hautes études en sciences sociales" da cui sono venuti studiosi che hanno lasciato il segno nel panorama culturale mondiale.


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