In tempi antichi, la barba era piuttosto diffusa.
Per esempio un popolo che aveva il culto della barba era quello Assiro e poi Babilonese. Essi popoli portavano lunghe barbe con riccioli, barbe scurite e lucidate con olii profumati. In occasioni speciali usavano poi anche polvere d’oro o d’argento.
In Egitto la barba era un simbolo divino e in definitiva di potere. I personaggi di alto rango si sbarbavano, ma allo stesso tempo usavano barbe posticce ritrovate con le loro custodie in numerose sepolture. L’unica donna riuscita a salire al rango di Faraone (Hatseputh 1480 a.C.) è spesso raffigurata con la barba visto l'associazione potere-barba, potere-maschio che molte culture hanno codificato nel loro immaginario collettivo.
Anche i greci del periodo classico portano la barba. Personaggi come gli strateghi ateniesi Temistocle, Pericle o Milziade, ma anche gli spartani Pausania e Leonida portavano una corta barba. Le cose cambiano con Alessandro Magno che vuole i suoi soldati ben sbarbati.
Anche i Romani si sbarbano, sì i Romani che inventano il "laico", il germe del mondo che verrà in un Occidente da loro conquistato dove viene meno la sottomissione al trascendente. La loro forza è quella della loro parola, è quella di essere cittadino romano. E le donne romane, di conseguenza, rispetto a quelle della Grecia sono più libere...
E' solo con Adriano che prende il via una catena di imperatori barbuti.
Nel periodo medioevale la barba segnala le differenti fazioni religiose. In Oriente gli islamici la portano in quanto si narra che Maometto fosse barbuto. In Occidente, dopo lo scisma del 1035, essa diventa caratteristica degli Ortodossi mentre i Cattolici si sbarbano fino al sacco di Roma. È papa Clemente VII che inaugura in segno di lutto i pontefici barbuti.
Ma il vero secolo della barba e anche dei baffi è il 1800. Con il Romanticismo il ceto medio avanza e la tecnica ha fatto passi da gigante. I prodotti per la cura di barba e baffi si diffondono; nascono numerose case produttrici tuttora attive. Se le basette vengono portate lunghe è ai baffi che viene portata maggior attenzione e cura. Diventano, infatti, imponenti e tipicamente arricciati all’insù.
Ma già alla fine dell’800 barba e baffi hanno i giorni contati. Nasce il rasoio di sicurezza e un volto "pulito ed onesto". Il 900 diffonde questa tendenza che, salvo isolati periodi, è arrivata fino ai giorni nostri.
La guerra nell'era del globale
Negli ultimi tempi come dicevo, però, la barba è tornata di moda. Perché?
Ida Magli si sofferma nei suoi ultimi studi sulla terza guerra mondiale che è in corso e che la globalizzazione combatte non solo con le armi ma anche tramite la rete e io aggiungo con le barbe. Sono gli anni dell' invasione dell'Europa da parte dei cosiddetti migranti, gli anni della Notte di San Silvestro 2015 che ha visto violate le donne tedesche di Colonia da gruppi di nord africani. Uomini barbuti? Beh anche i tedeschi maschi rispondono con la barba, ma credo che sia la loro meno virile perché di moda nella grande sfera omosessuale degli "uomini bianchi". I loro visi sono tenui e, in ultima analisi, aggraziati da una dolcezza che è il risultato della storia a cui appartengono, di una Europa "femmina" e accogliente che li plasma. Ciò viene sottolineato anche dalla barba dei transessuali cantanti in Eurovisione che "indossano" curve e gonne colorate nella passarella "fashion" sotto i riflettori di una notte lucente. Ma i maschi, quelli addirittura circoncisi, invece, sono altrove e vengono dal mondo islamico che alla barba non ha mai rinunciato perché segnale della mascolinità vera e primordiale. Sì, la barba dà autorità.
Terza guerra mondiale guerra di barbe? Guerra di barbe curate, folte, rudi, sporche?
I maschi tornano a specchiarsi tra loro, in una battaglia dove non si capisce chi vince e chi perde!
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