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Le donne si vestono.Simbolismo dell'abito monastico femminile

di Nico Carlucci “Perfetta vita e alto merto inciela donna più su” mi disse, “a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta che caritate a suo piacer conforma. Dante, Canto III, "Il Paradiso", Divina Commedia Sul modo di vestirsi dei religiosi e in modo particolare delle monache, non esiste ancora una riflessione di carattere storico-antropologica che tenga conto del vissuto e del modo in cui le donne si sono percepite indossando quanto era stato deciso dai consacrati maschi (velo, tunica, sandali, cintura, cilicio, rosario). A questo scopo, credo che il concetto di cultura possa essere utile per una ricostruzione dei significati profondi che accompagna la donna e la sua “rappresentazione,” attraverso il suo corpo, nella storia. Per cultura intendo un “insieme complesso” di funzioni, norme, tecniche, miti, abitudini, tradizioni, tratti che si integrano in una struttura cui diamo il ...

Dedicato a Jacques Derrida

di Nico Carlucci Individuare i confini, tracciarli, scoprirli lì dove incomincia il mondo, finisce il mondo. E perdersi al di qua, al di là di una linea che li delimita, che si cerca di oltre-passare, di superare. L’altro mi “limita”, pone dei termini tra me e lui; mi concilia, allo stesso tempo, nella scoperta del mio essere come "solità"; l’altro mi disperde in una ricerca indeterminata che non mi permette di raggiungerlo e di oltrepassarlo perché fatto da una linea incompiuta. L’altro che appartiene ad un mondo culturale diverso dal mio, la cui lingua, le cui usanze, i cui costumi hanno una loro direzione di senso e ruotano intorno ad un focus concluso, finito, fa rimbalzare, di ri-flesso, il mio modello. L’altro, di volta in volta, straniero, clandestino, ospite catapultato in uno spazio che si fa globale, mi conquista possedendomi. Sentieri interrotti, aporia dell’essere che, sperimenta, in ultima analisi, il non passaggio, il non ritorno di un viaggio. Deridda tratta pr...

La guerra quando il tempo si fa "reale"

di Nico Carlucci “Dopo i gravi e gli acuti dell’alta fedeltà stereofonica, è dunque il tempo di una stereoscopia in cui l’attuale e il virtuale sostituiscono la sinistra e la destra, l’alto e il basso” ( Paul Virilio, L’arte dell’accecamento , Milano, Raffaello Cortina Editore, 2007) L’ 11 settembre ha segnato l’ inizio, nella storia, di una violenza globale della quale i media hanno fatto una imponente rappresentazione. Veniva, così, superata la guerra tra i popoli, circoscritti dal luogo e dalla cultura di appartenenza, per dare sfogo ad un avvenimento di guerra “totale”, quella non assimilabile agli ultimi conflitti mondiali. Dei conflitti che hanno visto (vedono) partecipi i loro diretti protagonisti e i telespettatori e che, in ultima analisi, hanno come metafora proprio il mondo della rete, un “non luogo” nel quale tutti ci muoviamo senza seguirne, capirne la direzione. Persi nei “non confini” e spesso anche nell’ incapacità a riconoscere i nomi dei posti che si attraversano, ci ...

Chi ha paura di Giuseppe Garibaldi?

a cura di Nico Carlucci articolo di Rosaria Impenna Pur essendo appassionata di storia e particolarmente interessata a quella risorgimentale, vi confesso che proprio non ricordavo l’anno di nascita di Giuseppe Garibaldi. A tal proposito, qualche giorno fa, in occasione dello sciopero studentesco contro la Riforma Fioroni, nei corridoi “vuoti” di questo Istituto, parlando coi colleghi fra un insolito, piacevole silenzio, sono venuta a conoscenza della famosa e importante ricorrenza. La cara collega Gigia Baldi, apre infatti un cartoncino ben piegato, sbircia con attenzione e, ad alta voce informa che presto, nei giorni seguenti, si sarebbe tenuto un Convegno: Garibaldi e il Garibaldinismo Pavese, nel bicentenario della nascita dell’eroe. Leggendo con maggiore accortezza il programma cogliamo la ricchezza e l’indubitabile interesse che l’insieme della manifestazione dovrebbe avere. Essa, infatti, si svolgerà nell’arco di un’intera giornata, il 19 ottobre, tra conferenze, incontri con ...

Era informatica e nuovi Dèi: la Trascendenza che muore

di Nico Carlucci E’ possibile, oggi, parlare di divinità se capiamo quelle che sono le nuove categorie dello spazio e del tempo all’interno delle quali noi, uomini moderni, viviamo. Nell’era del globale e della tecnologia digitale esse non sono più riconducibili ad un territorio specifico, circoscritto, delimitato dai confini; il tempo, inoltre, non è più la ripetizione di un evento salvifico o l’ attesa del Salvatore come, per esempio, per il popolo ebraico. Il nostro è il mondo del Digit e quindi, credo, della frantumazione attonita di vecchie categorie e di una fisica che si basava su una particolare concezione della materia. Di conseguenza, è la stessa immagine del divino che cambia. Il computer prende il sopravvento, diventa Dio, sostituisce divinità e spiriti del passato in un modello di mondi virtuali, di bombe informatiche, di tempi e spazi che non sono più “locali". Sulle riviste scientifiche e di divulgazione, appaiono titoli del tipo: E il computer creò l’uomo ; Divino ...

"Outsider" dell'Antropologia: Ida Magli

di Nico Carlucci L'anno sta per chiudersi con uno dei libri più interessanti degli ultimi tempi. Sto parlando del saggio di Ida Magli: Il mulino di Ofelia : uomini e dèi (Milano, Rizzoli, 2007). In esso la famosa antropologa analizza le religioni, come capiamo subito dal sottotitolo, individuando i molti aspetti che le accomunano. E' un lavoro, quello della Magli, che nasce per raccontare "la solitudine degli uomini" che hanno creato il Potere, le religioni, il Sacro, la fenomenologia del Sacro nell'ambito di una logica stringente. Il Potere, laico e religioso, si radica proprio sul Sacro affascinando e sgomentando, l'individuo e il gruppo, attraverso il rituale, la preghiera, le formule magiche, gli esorcismi. Belle sono le pagine dedicate all'immagine della "donna ideale", all'Occidente che ha "perso la sua strada" dopo le varie rivoluzioni del secolo scorso: marxismo, psicoanalisi, femminismo. E bella è l'opera di Gesu...

Sigur Ros: "Il suono di Dio che piange lacrime d'oro in Paradiso"

di Nico Carlucci All'inizio del mese è uscito l'ultimo lavoro dei Sigur Ros: Hvarf/Heim . E' questo un doppio cd che contiene, nella prima parte, cinque nuovi pezzi elettrici, nella seconda parte, la rivisitazione acustica di sei brani bellissimi. Con questo lavoro il gruppo islandese riconferma il proprio suono, il proprio mondo onirico costellato da luci fioche, foschie impalpabili e da una "orgia" , calda e algida, di strumenti che parlano al cuore. In Hvarf/Heim troviamo ancora il "tempo dell'Islanda" : la sospensione tra leggiadre danze boreali di xilofono e "impennate" chitarristiche che sanno di dolcezza e di "fino alla fine del mondo". Del resto, è quello che vediamo anche nei suggestivi video dei Sigur Ros: vecchi elfi che ballano affrontandosi con spade spuntate, biondi bambini che saltano da una rupe nell'Oceano trasformando il loro "volo" in una danza di morte, come avviene nello "scioglimento...