di Nico Carlucci
L'anno sta per chiudersi con uno dei libri più interessanti degli ultimi tempi. Sto parlando del saggio di Ida Magli: Il mulino di Ofelia: uomini e dèi (Milano, Rizzoli, 2007).
In esso la famosa antropologa analizza le religioni, come capiamo subito dal sottotitolo, individuando i molti aspetti che le accomunano.
E' un lavoro, quello della Magli, che nasce per raccontare "la solitudine degli uomini" che hanno creato il Potere, le religioni, il Sacro, la fenomenologia del Sacro nell'ambito di una logica stringente.
Il Potere, laico e religioso, si radica proprio sul Sacro affascinando e sgomentando, l'individuo e il gruppo, attraverso il rituale, la preghiera, le formule magiche, gli esorcismi.
Belle sono le pagine dedicate all'immagine della "donna ideale", all'Occidente che ha "perso la sua strada" dopo le varie rivoluzioni del secolo scorso: marxismo, psicoanalisi, femminismo. E bella è l'opera di Gesu' di Nazaret di cui la Magli ha fatto uno studio approfondito che, tuttora, continua ad "aggiornare" per rispondere alle domande che il presente pone.
L'uomo ha creato le religioni, come abbiamo detto, ha proiettato fuori di sé la sua "potenza", ha controllato, tramite la Morte e la paura della morte, il Sacro che, di volta in volta, è stato regolato da papi, imperatori, re, capi di governo, presidenti. Ciò è stato fatto anche in Oriente, nel vicino e lontano Oriente. La Magli ne parla con forza, evidenziando costanti culturali, ma anche "diversità" che "informano" i popoli islamici, cinesi, giapponesi, indiani. Al riguardo, l'antropologa mette in luce il "focus" del Confucianesimo, del Buddhismo, del Musulmanesimo in una antropologia "totale".
E commuove quando studia quei fenomeni a cui l'uomo è ricorso per "farsi compagnia": il ciclo lunare, le stelle che nascono e muoiono, il volo degli uccelli diventati divini, rivelatori di significati trascendenti. Anche questi poteri, sicuramente, sfera siderale del Sacro, ma che "parlano noi", gli Uomini, come aveva sottolineato Claude Levi-Strauss a proposito dei miti.
Il Mulino di Ofelia si chiude mettendo in luce il rapporto tra maschio e femmina, oggi. La studiosa si chiede che cosa è successo in Occidente tra gli uomini e le donne nel momento in cui sembra sia saltata la polarità oppositiva del sistema culturale di appartenenza: maschio-femmina, sole-luna, giorno-notte, destra-sinistra. E l'Italia, forse, fa parte di questo "gioco" inconsapevole? Come viene ridisegnato la globalità del suo modello nella storia presente? Dove sono la Musica, l'Arte degli italiani quando il "tema" della "donna ideale" muore? Il silenzio copre, allora, il "genio", l'italianità del genio, punto di riferimento del mondo occidentale in un passato recente.
Venuta meno la polarità oppositiva tra i "generi", le donne non hanno inventato nulla pur avendo raggiunto, in molti settori, la "parità" con gli uomini. E' proprio questa la drammatica conclusione dell'antropologa dopo aver dedicato, per anni, con passione, molti suoi studi alla condizione femminile (ricordo: La femmina dell'uomo).
Cancellato il sistema oppositivo a cui ho accennato, la Magli parla nel suo libro della crisi del rapporto maschio-femmina, padre-figlio, docente-discente (la drammatica condizione della scuola italiana ne è una triste prova).
Il Mulino di Ofelia è, sicuramente, un saggio complesso, interrogativo , urgente per il gruppo umano a cui bisogna rispondere per non "sparire".
L'anno sta per chiudersi con uno dei libri più interessanti degli ultimi tempi. Sto parlando del saggio di Ida Magli: Il mulino di Ofelia: uomini e dèi (Milano, Rizzoli, 2007).
In esso la famosa antropologa analizza le religioni, come capiamo subito dal sottotitolo, individuando i molti aspetti che le accomunano.
E' un lavoro, quello della Magli, che nasce per raccontare "la solitudine degli uomini" che hanno creato il Potere, le religioni, il Sacro, la fenomenologia del Sacro nell'ambito di una logica stringente.
Il Potere, laico e religioso, si radica proprio sul Sacro affascinando e sgomentando, l'individuo e il gruppo, attraverso il rituale, la preghiera, le formule magiche, gli esorcismi.
Belle sono le pagine dedicate all'immagine della "donna ideale", all'Occidente che ha "perso la sua strada" dopo le varie rivoluzioni del secolo scorso: marxismo, psicoanalisi, femminismo. E bella è l'opera di Gesu' di Nazaret di cui la Magli ha fatto uno studio approfondito che, tuttora, continua ad "aggiornare" per rispondere alle domande che il presente pone.
L'uomo ha creato le religioni, come abbiamo detto, ha proiettato fuori di sé la sua "potenza", ha controllato, tramite la Morte e la paura della morte, il Sacro che, di volta in volta, è stato regolato da papi, imperatori, re, capi di governo, presidenti. Ciò è stato fatto anche in Oriente, nel vicino e lontano Oriente. La Magli ne parla con forza, evidenziando costanti culturali, ma anche "diversità" che "informano" i popoli islamici, cinesi, giapponesi, indiani. Al riguardo, l'antropologa mette in luce il "focus" del Confucianesimo, del Buddhismo, del Musulmanesimo in una antropologia "totale".
E commuove quando studia quei fenomeni a cui l'uomo è ricorso per "farsi compagnia": il ciclo lunare, le stelle che nascono e muoiono, il volo degli uccelli diventati divini, rivelatori di significati trascendenti. Anche questi poteri, sicuramente, sfera siderale del Sacro, ma che "parlano noi", gli Uomini, come aveva sottolineato Claude Levi-Strauss a proposito dei miti.
Il Mulino di Ofelia si chiude mettendo in luce il rapporto tra maschio e femmina, oggi. La studiosa si chiede che cosa è successo in Occidente tra gli uomini e le donne nel momento in cui sembra sia saltata la polarità oppositiva del sistema culturale di appartenenza: maschio-femmina, sole-luna, giorno-notte, destra-sinistra. E l'Italia, forse, fa parte di questo "gioco" inconsapevole? Come viene ridisegnato la globalità del suo modello nella storia presente? Dove sono la Musica, l'Arte degli italiani quando il "tema" della "donna ideale" muore? Il silenzio copre, allora, il "genio", l'italianità del genio, punto di riferimento del mondo occidentale in un passato recente.
Venuta meno la polarità oppositiva tra i "generi", le donne non hanno inventato nulla pur avendo raggiunto, in molti settori, la "parità" con gli uomini. E' proprio questa la drammatica conclusione dell'antropologa dopo aver dedicato, per anni, con passione, molti suoi studi alla condizione femminile (ricordo: La femmina dell'uomo).
Cancellato il sistema oppositivo a cui ho accennato, la Magli parla nel suo libro della crisi del rapporto maschio-femmina, padre-figlio, docente-discente (la drammatica condizione della scuola italiana ne è una triste prova).
Il Mulino di Ofelia è, sicuramente, un saggio complesso, interrogativo , urgente per il gruppo umano a cui bisogna rispondere per non "sparire".
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